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Anche i mammut in preda alle tempeste ormonali

La prova è nel testosterone conservato nelle zanne

Rappresentazione artistica di un mammut (fonte: Wikimedia Commons)

Redazione Ansa

Anche i mammut, come gli elefanti moderni, erano preda di tempeste ormonali nella stagione degli accoppiamenti, assumendo comportamenti aggressivi contro i rivali a causa di picchi di testosterone: lo dimostrano le fluttuazioni ormonali registrate nelle zanne di un maschio di mammut lanoso, ritrovato in Siberia e vissuto circa 35.000 anni fa. I risultati delle analisi sono pubblicati sulla rivista Nature da un gruppo internazionale di esperti coordinato dall'Università del Michigan.

Alti livelli di testosterone nella stagione degli amori erano già stati documentati negli elefanti moderni, tramite analisi del sangue e delle urine, e per questo si era ipotizzato che anche i loro antenati ormai estinti potessero diventare aggressivi per effetto di simili variazioni ormonali. Vari indizi sembravano supportarlo, come l'identificazione di fratture scheletriche dovute a combattimenti, ma finora non c'era alcuna prova diretta.

I ricercatori l'hanno trovata negli strati di dentina della zanna destra di un maschio di mammut lanoso vissuto circa 55 anni. Riadattando una tecnica d'analisi già impiegata per rilevare gli ormoni steroidei nella saliva e nel sangue degli esseri umani, gli studiosi hanno scoperto che il mammut da adulto ha avuto picchi di testosterone 10 volte più alti dei livelli basali. Variazioni simili, ma molto più marcate, sono state trovate analizzando la zanna di un elefante africano morto in Botswana nel 1963: la sua dentina ha rivelato picchi 20 volte più alti del livello basale, forse perché meno degradata dal tempo. Per confronto, le analisi sono state condotte anche su una femmina di mammut trovata sempre in Siberia: i livelli di testosterone (così come quelli di progesterone e androstenedione) sono risultati inferiori a quelli del maschio di mammut e dell'elefante, con variazioni minime.

Lo studio dimostra quindi che le tracce di ormoni rilevabili nella dentina possono fornire un nuovo approccio per lo studio dell’ecologia riproduttiva, delle dinamiche di popolazione e del comportamento di animali moderni e antichi.

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