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Dal Dna antico le prove di migrazioni umane sconosciute

Con il genoma di individui dell’Asia centrale

un teschio. Credit: Sergey V. Semenov

Redazione Ansa

L’analisi del Dna antico rivela migrazioni finora sconosciute. A renderlo possibile è il genoma di dieci individui vissuti fino circa 7.500 anni in Asia centrale e che dimostra che i movimenti umani, e gli intrecci tra le varie popolazioni, fossero più dinamiche del previsto. Sono i risultati pubblicati sulla rivista Current Biology da uno studio internazionale coordinato da Cosimo Posth dell’università di Tubinga in Germania.

E’ noto che migliaia di anni fa, al termine dell’ultimo periodo glaciale, le popolazione umane conobbero una grande mobilità muovendosi in molte regioni del pianeta fino a quel momento poco esplorate anche a causa delle temperature più rigide. Ma poco era stato possibile conoscere riguardo ai movimenti delle popolazioni dell’Asia centrale, un logico crocevia per i transiti da una parte all’altra dell’Asia e dall’Europa verso la Siberia. Una mancanza che è stata ora colmata grazie all’analisi dei genomi di 10 individui vissuti fino a 7.500 anni fa e da cui è stato possibile identificare tratti genetici comuni ad altre popolazioni, usando tecniche di indagine del Dna che permettono di tornare indietro nel tempo e trovare connessioni altrimenti impossibili da vedere.

Lo studio si è concentrato soprattutto su individui della regione di Altai, una popolazione di cacciatori-raccoglitori: ne è così emerso che gli Altai “hanno contribuito a molte popolazioni coeve e successive in tutta l'Asia settentrionale, dimostrando quanto fosse grande la mobilità di quelle comunità”, ha detto Posth. Tra i vari individui quello ad aver attirato più attenzione è un uomo con profilo genetico molto differente dagli altri e invece strettamente con popoli dell’estremo oriente russo. Un individuo che potrebbe essere stato forse uno sciamano giunto da molto lontano, forse solitario. “Tutto questo suggerisce – ha aggiunto Posth – che le migrazioni e le mescolanze umane erano la norma e non l'eccezione anche per le antiche società di cacciatori-raccoglitori”. 

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