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I dinosauri non muovevano la coda a velocità supersonica

Lo indicano le simulazioni al computer del Politecnico di Milano

Redazione Ansa

I dinosauri dal collo lungo potevano muovere la coda a una velocità massima di 100 chilometri orari e non a velocità supersoniche come ipotizzato da alcuni esperti. Lo dimostrano le simulazioni digitali realizzate da Simone Conti, dottorando al Politecnico di Milano e alla Nuova Università di Lisbona. I risultati dello studio sono pubblicati sulla rivista Scientific Reports.

I diplodocidi erano una famiglia di dinosauri con il collo lungo e talvolta code ancora più lunghe, che in alcune specie potevano raggiungere i 15 metri. Erano diffusi sulla Terra circa 150 milioni di anni fa, conosciuti principalmente grazie a scheletri ritrovati in Nord America. Per decenni gli studiosi hanno discusso se questi dinosauri potessero muovere la coda a velocità supersoniche (cioè a più di 340 metri al secondo) producendo un piccolo boom sonico, un rumore che sarebbe stato utile come deterrente per i predatori o come mezzo di comunicazione.

 

 

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Il modello della coda dell’Apatosaurus in movimento elaborato da Simone Conti (fonte: Politecnico di Milano)

 

Conti, insieme a un gruppo di ricerca composto da ingegneri e paleontologi, ha simulato il movimento della coda costruendo un modello digitale basato su cinque esemplari fossili. Il modello della coda è lungo oltre 12 metri, con un peso di 1446 chilogrammi ed è composto da 82 elementi cilindrici, corrispondenti alle vertebre, il tutto connesso a una base fissa. La base serve a mantenere la coda ferma quando viene messa in moto con un movimento ad arco, che si propaga in modo simile a quello di una frusta. Questo movimento permette all’estremità della coda di accelerare fino a raggiungere i 33 metri al secondo (circa 100 chilometri orari), risultando dieci volte meno rapida della velocità del suono e quindi troppo lenta per generare un boom sonico. Lo studio dimostra addirittura che la coda si sarebbe potuta spezzare a velocità ben inferiori a quella del muro del suono. Tuttavia, gli autori non escludono che i diplodocidi fossero in grado di muovere la coda abbastanza velocemente da usarla come arma di difesa o per il combattimento con altri simili.

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