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L'asino addomesticato in Africa 7000 anni fa, lo dice il Dna

Ricostruita la sua diffusione nel mondo al fianco dell'uomo

Un uomo in sella ad un asino nel deserto del Sudan (fonte: © André Vila)

Redazione Ansa

E' da più di 7.000 anni che l'asino viene utilizzato dall'uomo come animale da lavoro e mezzo di trasporto: il suo addomesticamento è infatti avvenuto intorno al 5.000 a.C in Africa, proprio nel periodo in cui il Sahara diventava la regione arida che conosciamo oggi. Lo dimostra lo studio del Dna di esemplari antichi e moderni, pubblicato su Science da un gruppo internazionale di esperti guidato dal Centro nazionale della ricerca scientifica (Cnrs) francese. Al lavoro hanno partecipato anche l'Università Statale di Milano, il Museo delle Civiltà di Roma e la Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per le province di Verona, Rovigo e Vicenza.

I ricercatori, provenienti da 37 laboratori di tutto il mondo, hanno unito le forze per ricomporre e analizzare il più grande e completo set di genomi mai studiato per questo animale: include i genomi di 207 asini moderni provenienti da tutti i continenti, 31 asini antichi e 15 equidi selvatici.

I risultati suggeriscono che l'addomesticamento sarebbe avvenuto intorno al 5.000 a.C. (dunque prima di quello del cavallo) nell'Africa orientale: in quel periodo il Sahara iniziava a inaridirsi e l’asino poteva diventare un valido mezzo di trasporto per merci e persone su terreni difficili. Solo 2.500 anni più tardi l'asino è uscito dall'Africa cominciando a diffondersi in Europa e Asia, dove si sono sviluppate linee evolutive che, in taluni casi, arrivano fino ai giorni nostri.

Dall'analisi di reperti archeologici emergono anche le tracce di un lignaggio genetico finora sconosciuto, quello di asini vissuti circa 2.000 anni fa nella regione orientale del Mediterraneo. La loro eredità genetica va ben al di là di quest'area: tracce possono essere trovate ancora oggi in tutta Europa.

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