RAGAZZI

La specie gelatinosa degli abissi VIDEO

Vive a 3.900 metri di profondità

La nuova specie scoperta negli abissi oceanici (fonte: NOAA)

Redazione Ansa

Scoperta una specie che vive negli abissi oceanici a 3.900 metri di profondità. E' stata chiamata Duobrachium sparksae e ha l'aspetto gelatinoso, come quello delle meduse,  ma tentacoli molto diversi.E' descritta sulla rivista Plankton and Benthos Research dall'Agenzia americana per l'Atmosfera e gli oceani (Noaa). I suoi riceercatori, guidati dal biologo marino Allen Collins, l'hanno identificata basandosi esclusivamente su riprese video ad alta definizione catturate sul fondo dell'oceano, al largo della costa di Porto Rico, grazie a un sottomarino telecomandato 



La nuova specie appartiene alla famiglia degli ctenofori, organismi dal corpo trasparente che, pur somigliando alle meduse, non sono imparentati con esse. Fortunatamente, le telecamere del sottomarino sono state in grado di cogliere i dettagli dell'organismo, che hanno permesso di stabilire che si distingue da tutte le altre specie conosciute di ctenofori. "Non è stato possibile utilizzare gli stessi microscopi che avremmo avuto in un laboratorio, ma il video ci ha dato comunque informazioni sufficienti per comprendere la morfologia in dettaglio, come la posizione delle strutture riproduttive e altri aspetti", rileva Collins.

La caratteristica principale del nuovo organismo gelatinoso è il suo corpo bulboso, simile a un palloncino, ma presenta anche due 'braccia' munite di tentacoli.Sono tre gli individui che appartengono a questa nuova specie  filmati finora e dai video si deduce che uno di essi  sembra usare i suoi tentacoli per ancorarsi al fondale. "E' un organismo bellissimo e unico. Si è mosso come una mongolfiera attaccata al fondo del mare", osserva l'oceanografo Mike Ford, del Noaa.

I tre esemplari sono stati filmati in un canyon sottomarino chiamato Guajataca. È in queste zone molto profonde dell'oceano, infatti, che si trovano gli ctenofori. Fino ad oggi sono state descritte circa 200 specie, con la maggior parte delle scoperte basata su metodi di acquisizione video, date le difficoltà di raccogliere gli esemplari nel loro habitat.

Leggi l'articolo completo su ANSA.it