RAGAZZI

Possibile stampare con i suoni

Così si può usare qualsiasi tipo di liquido

Le onde sonore permettono di ottenere gocce di inchiostro di ogni dimensione (fonte: Daniele Foresti, Jennifer A. Lewis, Harvard University)

Redazione Ansa

Stampare usando il suono: è l'innovativa tecnica messa a punto dall'università di Harvard, che sfrutta le onde sonore per produrre goccioline del liquido di stampa della dimensione desiderata. Il metodo è stato messo a punto nell'università di Harvard, dal gruppo di  Jennifer Lewis, del quale fa parte l'italiano Daniele Foresti, ed è pubblicato sulla rivista Science Advances. La tecnica può aprire la strada alla produzione di nuovi biofarmaci, cosmetici, cibo e allargare le possibilità dei materiali ottici e conduttori.

"Sfruttando le forze acustiche, abbiamo sviluppato una tecnologia che permette di stampare miriadi di materiali con gocce della dimensione richiesta", commenta Lewis. Produrre gocce di liquido dalle dimensioni e composizione controllata è infatti fondamentale per realizzare biofarmaci, cibo, cosmetici, nuovi materiali e tessuti umani. Ma se si devono usare materiali viscosi, come il miele, non è per niente facile. Le stampanti a getto di inchiostro per esempio usano gocce di liquido ma con un tasso di viscosità molto ridotto, pari a 10 volte quello dell'acqua.



"Il nostro obiettivo era eliminare la viscosità sviluppando un sistema di stampa indipendente dalle proprietà del fluido", aggiunge Foresti. Per farlo i ricercatori hanno usato le onde acustiche, con cui sono riusciti a superare questo limite 'staccando' la goccia di liquido direttamente dalla bocchetta della stampante. Mettendo la bocchetta dentro un risonatore acustico, si può stampare con gocce di liquido di qualsiasi viscosità e composizione.

Le onde sonore infatti creano una pressione altamente localizzata intorno alla goccia, che viene tirata fuori dalla bocchetta. Maggiore è l'ampiezza dell'onda sonora, più piccole saranno le gocce. In questo modo si può stampare su metalli liquidi, lenti ottiche, e persino su cellule caricate di farmaci. Con questa tecnica si possono stampare biofarmaci, materiali altamente avanzati e usare molti altri liquidi, miele incluso.
"La nostra tecnica può avere un impatto immediato nell'industria farmaceutica - conclude Lewis -, ma pensiamo possa diventare importante anche in altri ambiti industriali".

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