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Il computer è donna

Un libro per ridare voce alle eroine dimenticate dell'informatica

'Il computer è donna' di Carla Petrocelli (Edizioni Dedalo, 136 pagine, 16 euro)

Redazione Ansa

Ridare voce alle donne che hanno fatto la storia dell'informatica, menti geniali e visionarie che negli ultimi due secoli sono state sottovalutate, emarginate e dimenticate: è questa la delicatissima missione del libro 'Il computer è donna' di Carla Petrocelli (Edizioni Dedalo, 136 pagine, 16 euro), studiosa del pensiero scientifico moderno e docente di Storia della rivoluzione digitale presso l'Università di Bari.

Passione, determinazione e curiosità sono i tratti che accomunano le storie di queste 'eroine', che nel libro emergono come in una galleria di ritratti a tutto tondo da cui cogliere ogni sfaccettatura della loro complessa vicenda umana e storica.

E' così che emergono le insospettabili somiglianze tra il poeta George Byron e sua figlia Ada, conosciuta da tutti come Ada Lovelace, la prima programmatrice al mondo, considerata la 'madre' dei computer per il suo lavoro alla macchina analitica di Charles Babbage. Si scopre poi come la gracile tenente della marina statunitense Grace Hopper ha perfezionato con la sua meticolosità l'arte della scrittura del software. Si continua con le Eniac Girls, le programmatrici del primo computer elettronico che hanno lottato con tutte le loro forze contro il pregiudizio che le voleva solo mogli e madri. E si sogna perfino Hollywood con la vicenda di Hedy Lamarr, la diva del cinema anni '40 capace di inventare l'antenato dei sistemi Gps, Wifi e Bluetooth.

Insieme a loro anche altre storie meno celebri, ma altrettanto emblematiche dell'informatica al femminile, che tornano a vivere abbattendo stereotipi di genere che resistono ancora oggi.

 

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