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Sensori e realtà virtuale, la robotica medica diventa su misura

Dal progetto Fit For Medical Robotics 50 studi in un anno

Un robot per l'assistenza (fonte: Luigi Avantaggiato 2020)

Redazione Ansa

Sensori indossabili, realtà virtuale, esoscheletri, protesi e algoritmi di intelligenza artificiale per comunicare: è all'insegna di una robotica sempre più personalizzata, il bilancio del primo anno di attività del progetto Fit For Medical Robotics, promosso per rivoluzionare gli attuali modelli riabilitativi e di assistenza. Coordinato dal Consiglio nazionale delle ricerche con Università Campus Bio-Medico di Roma e Fondazione Don Gnocchi, il progetto coinvolge 24 partner ed è finanziato dal Ministero dell'università e della ricerca con 126 milioni di eur,o nell'ambito del Piano nazionale per gli investimenti complementari al Piano nazionale di ripresa e resilienza.

Sono 50 gli studi avviati in questo primo anno con oltre 2.000 pazienti in 25 strutture cliniche e di ricerca in tutta Italia, secondo il bilancio presentato a Roma, presso il Campus Bio-Medico.

"Fit for Medical Robotics è un progetto rivoluzionario in quanto pone al centro la persona", ha detto la presidente del Cnr, Maria Chiara Carrozza. "Le tecnologie robotiche - ha aggiunto - diventano il mezzo attraverso il quale sviluppare soluzioni innovative per superare vulnerabilità e fragilità, migliorare la qualità della vita di pazienti e caregiver, favorire una maggiore inclusione sociale".

Per Loredana Zollo, preside della Facoltà di Ingegneria dell'Università Campus Bio-Medico di Roma, la grande sfida è "dimostrare che le tecnologie robotiche possono efficacemente fornire supporto all'intero percorso di cura, dalla prevenzione fino all'assistenza domiciliare, mostrando per quale fase del processo riabilitativo la specifica tecnologia è più efficace, per quali patologie, per quale tipologia di pazienti e quali fasce di età. Inoltre, individuando i limiti delle tecnologie esistenti, sta progettando le componenti hardware e software della futura generazione di robot".

Le tecnologie potranno essere un aiuto importante anche per affrontare l'assistenza di lungo periodo, che è "fra le sfide più importanti del nostro tempo", ha osservato Maria Cristina Messa, direttrice scientifica della Fondazione Don Gnocchi. Per il direttore scientifico del progetto, Christian Cipriani della Scuola Superiore Sant'Anna di Pisa, la scommessa è "imprimere un deciso cambio di rotta sugli attuali modelli riabilitativi e assistenziali rivolti a pazienti di ogni età attraverso l'utilizzo di nuove tecnologie".

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