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Covid, è vicino il picco dei ricoveri nei reparti ordinari

Sebastiani, atteso a fine settimana. Situazione eterogenea nelle regioni

Covid, è vicino il picco dei ricoveri nei reparti ordinari (fonte: Pixabay)

Redazione Ansa

La curva dei ricoveri per Covid-19 nei reparti ordinari è in fase di crescita frenata e si prevede che possa raggiungere il picco per la fine della settimana, mentre nelle regioni si osserva una situazione eterogenea; continuano invece a salire le curve degli ingressi giornalieri nelle terapie intensive e dei decessi. Il picco della circolazione del virus è invece stato raggiunto due settimane fa. Lo indicano le analisi del  matematico Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo 'M.Picone', del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). 

“L'analisi delle differenze settimanali della curva dell'occupazione dei reparti ordinari mostra che siamo al 16% circa in crescita frenata e si prevede che la curva media raggiungerà un picco entro la fine della settimana corrente e poi inizierà a scendere. I dati dei prossimi giorni permetteranno una precisa localizzazione del picco”, osserva Sebastiani.  

“Nella seconda metà di due settimane fa – prosegue l’esperto - è stato raggiunto un picco, seppure poco marcato, della circolazione del virus, sia in termini della curva media dell'incidenza di positivi molecolari e antigenici assieme, che per la percentuale di positivi ai molecolari. In crescita le curve degli ingressi giornalieri in terapia intensiva e dei decessi”. 

A livello regionale “la situazione è eterogenea”, osserva, con regioni in cui l’occupazione dei reparti ordinari scende, come Basilicata e Calabria, mentre “altre hanno smesso di crescere e sono in fase stazionaria o stanno per iniziare a scendere come Campania, Lazio, Liguria e Marche”. Altre regioni ancora sono in aumento, come Abruzzo, Emilia Romagna, Lombardia, Puglia, Sicilia, Molise, Toscana e Veneto (le ultime quattro con oscillazioni), provincia autonoma di Trento e Friuli Venezia Giulia (le ultime due in crescita frenata), Valle d’Aosta e Umbria. E' da sottolineare il diverso comportamento di Umbria e Calabria dove la fase corrente di espansione epidemica è iniziata prima in Italia.  

“Tra sette giorni circa – conclude Sebastiani - saremo in grado di osservare se quanto ha inciso sulla diffusione del virus il rilascio di alcune misure di contenimento dell'epidemia iniziato il primo aprile, in combinazione col protrarsi delle basse temperature e della diffusione nel nostro Paese di eventuali sotto varianti della Omicron”. 

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