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Covid, fotografati nei polmoni danni finora invisibili

Con i raggi X del sincrotrone europeo Esrf

Particolare di un polmone colpito dal virus SarsCoV2, visto grazie al sinctrotone di Grenoble (fonte: ESRF)

Redazione Ansa

I danni nei polmoni provocati dal virus SarsCoV2 sono stati visti come finora non era mai stato possibile, con dettagli che arrivano fino ai più piccoli capillari, e hanno permesso di capire meglio la causa di alcune gravi complicanze dovute a Covid-19. Il risultato, pubblicato sulla rivista Nature Methods, è stato ottenuto grazie al supermicroscopio del Centro europeo per la luce di sincrotrone, l'Esfr (European Synchrotron Radiation Facility). La ricerca è stata coordinata dall' University College di Londra.

Dopo il debutto a fine 2020, con la nuova tecnologia del supermicroscopio europeo le immagini dei polmoni raggiungono dettagli impossibili da per qualsiasi altro dispositivo tomografico. Sono state ottenute con un'innovativa tecnica per scansionare 3D gli organi umani e ottenere mappe che possono essere manipolate e zoommate fino a scala cellulare. Chiamata Hierarchical Phase-Contrast Tomography (HiP-CT), la tecnica si basa sui potentissimi raggi X dell'Esrf, circa 100 miliardi di volte più brillanti dei classici raggi X che si utilizzano nelle radiografie.

Il dettaglio raggiunto ha permesso di verificare che il virus danneggia i capillari creando una sorta di cortocircuito tra due diverse reti sanguigne: quella che fa ossigenare il sangue con quella che alimenta il tessuto polmonare. Unendosi, le due reti perdono di efficienza, riducendo la capacità di funzionamento dei polmoni, un fenomeno che era stato già ipotizzato da alcuni ricercatori ma che non era ancora stato possibile confermare.

Le nuove immagini 3D di polmoni colpiti da SarsCoV2 si inseriscono in un più ampio progetto basato sulla tecnologia dell'Esrf e che punta a realizzare un vero e proprio Atlante degli organi umani, con scansioni ad altissima risoluzione anche di cervello, cuore e reni. Immagini che potranno essere utilizzate da medici e centri di ricerca di tutto il mondo. "L'Atlante - ha detto Peter Lee, dell'University College di Londra e responsabile del progetto - copre una scala precedentemente poco esplorata dell'anatomia umana, fino ad arrivare a dettagli di pochi micron".

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