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Covid: Sebastiani (Cnr), ripresa contagi in tutta Italia

Gli effetti delle misuredi Natale visibili a inizio gennaio

Le mascherine chirurgiche sono tra le principali difese, con distanziamento e igiene (fonte: Markus Winkler da Pixabay)

Redazione Ansa

E' in atto una ripresa dei contagi in tutta Italia, iniziata fra 10 e 12 giorni fa, testimoniata da un aumento nel rapporto fra i casi positivi e i casi testati (ossia il numero dei tamponi al netto di quelli fatti più volte alla stessa persona). E' quanto emerge dall'analisi condotta dal matematico Giovanni Sebastiani, dell'Istituto per le Applicazioni del Calcolo 'Mauro Picone' del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iac). Si tratta di una sorta di fotografia della situazione di due settimane fa e "soltanto nella prima settimana di gennaio - osserva l'esperto - potremo vedere gli effetti delle misure restrittive entrate in vigore a ridosso del Natale, che ci si augura possano contrastare l'aumento dei casi che si sta registrando".

Per questo, secondo Sebastiani, occorre cautela prima di decidere sulla riapertura delle scuole. Quest'ultima è infatti una delle principali incognite di gennaio. "La riapertura delle scuole - osserva - se si riparte il 7 gennaio, senza conoscere ancora l'effetto delle misure di contenimento durante il periodo delle feste". Un'altra incognita è nel fatto che gennaio, con le sue temperature più rigide, "è periodo in cui i virus veicolano di più, compresi quelli dell'influenza". C'è poi l'incognita della trasmissibilità e del ruolo che potrebbe giocare la comparsa della cosiddetta variante inglese del virus Sars Cov2 nella diffusione dei contagi.

L'analisi, basata sulla differenza percentuale tra i valori di queste grandezze rispetto ai valori di una settimana prima, indica che "il periodo di stasi registrato nella prima metà di dicembre è terminato e che - osserva Sebastiani - conferma il cambio di tendenza anche una ripresa dei ricoveri, sia nei reparti Covid sia nelle unità di terapia intensiva.

La situazione a livello nazionale, osserva l'esperto, trova una conferma anche dalle analisi condotte a livello regionale. Unica eccezione è al momento la provincia autonoma di Bolzano. Il Veneto ha raggiunto il picco intorno al 20 dicembre e, mentre i ricoveri nei reparti Covid-19 sono in una fase stazionaria, nelle unità di terapia intensiva si osserva una crescita.

Il rapporto casi positivi-casi testati nel Lazio è aumentato dal 3% di inizio ottobre fino a raggiungere il picco a metà novembre, con il 13%, e poi è avvenuto un calo fino al minimo di fine novembre (11%) e dai primi dicembre c'è una risalita che non si ferma e che è arrivata al 23%.

A inizio ottobre era al 3% anche il rapporto casi positivi-casi testati in Lombardia, dove a metà novembre si è raggiunto il picco del 48%, poi c'è stata anche in questo caso una discesa che ha toccato minimo il 20 dicembre e, dopo una fase di appiattimento, la curva comincia a mostrare segni iniziali di risalita.

La curva sta risalendo anche in Piemonte, passato dall'8% di inizio ottobre al 34% di metà novembre e che, dopo una fase di discesa e un minimo al 21% attorno al 20 dicembre, è arrivato al 32%. In risalita anche le curve in Liguria e nella provincia Trento. Quest'ultima, osserva Sebastiani, era partita a inizio ottobre con l'8% e ha raggiunto il picco nei primi giorni di novembre, con il 47%; ha quindi toccato il minimo del 27% a fine novembre e poi ha cominciato a risalire fino all'attuale 55%.

Per questa provincia, le percentuali di occupazione nei reparti di terapia intensiva e in quelli ordinari riportate nel monitoraggio del Ministero della Salute per la settimana dal 14 al 20 dicembre sono il 54% e 63% rispettivamente, mentre le relative soglie sono 30% e 40%.

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