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Il primo enzima artificiale avvicina la chimica verde

Fatto di 2 elementi non biologici, traguardo della biologia sintetica

Rappresentazione di un enzima che ripara il Dna (fonte: Tom Ellenberger, Washington University School of Medicine in St. Louis; Dave Gohara, Saint Louis University School of Medicine)

Redazione Ansa

Costruito in laboratorio il primo enzima artificiale a partire da due elementi non biologici. Il risultato è il primo passo verso future applicazioni verso una chimica più efficiente e rispettosa dell'ambiente. Pubblicato sulla rivista Nature Catalysis dal gruppo dell'Università olandese di Groninga coordinato dal biochimico Gerard Roelfes, è anche un passo in avanti della biologia sintetica, la disciplina che interpreta la vita e il Dna come pura informazione.

Il punto di partenza per ottenere l'enzima è stata la proteina di un batterio, il fattore di trascrizione LmrR, combinato con componenti non biologiche, come un aminoacido normalmente non presente nelle cellule e un componente del rame. Questi ingredienti sono stati organizzati per costruire il cuore dell'enzima, il cosiddetto sito attivo grazie al quale gli enzimi riescono a rendere più veloci le reazioni all'interno delle cellule, operando in condizioni ambientali ad esempio di temperatura e pressione, non estreme e compatibili quindi con la vita.

"Queste caratteristiche - spiega Roelfes - rendono gli enzimi artificiali ottimi candidati per l'impiego in chimica industriale, dove in genere si devono adoperare temperature elevate e solventi tossici. Al momento - aggiunge l'esperto - l'enzima non è ancora abbastanza veloce per impieghi pratici". Ma con i progressi della biologia sintetica, conclude il chimico, "sarà possibile migliorarne l'attività e disegnare molti altri nuovi enzimi".

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