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Dallo spazio i cristalli perduti per le future tecnologie

Alla scoperta il premio Aspen, a un italiano e a un americano

Redazione Ansa

Dal mondo dei nuovi materiali all'energia e all'elettronica, nuove tecnologie si preparano a nascere dalla struttura bizzarra dei cristalli arrivati dallo spazio, incastonati meteoriti più antichi del Sistema Solare, i cosiddetti 'quasi cristalli' la cui scoperta si è aggiudicata il premio Aspen 2018 per la collaborazione e la ricerca scientifica tra Italia e Stati Uniti.

I vincitori sono l'italiano Luca Bindi, dell'Università di Firenze, e Paul J. Steinhardt, dell'Università di Princeton, che nel 1984 aveva teorizzato l'esistenza di questi cristalli dalla struttura ordinata ma che segue schemi che non si ripetono, premiati nel 2011 con il Nobel per la Chimica a David Shechtman.

"Ricerca e innovazione sono temi dirimenti", ha detto il ministro per l'Istruzione, l'Università e la Ricerca, Marco Bussetti, che ha inaugurato la cerimonia di premiazione con il presidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), Massimo Inguscio. "Obiettivo del premio è valorizzare la collaborazione fra Italia e Stati Uniti", ha detto Lucio Stanca vicepresidente dell'Aspen Institute in Italia con Gianfelice Rocca.

La ricerca premiata, la terza dall'istituzione del Premio Aspen da 40.000 euro, è un esempio di collaborazione Italia-Usa. "E' stata un'incredibile avventura scientifica", ha detto Bindi, che aveva individuato un quasi cristallo in uno dei meteoriti conservati nel museo di Storia Naturale dell' università di Firenze.

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Il campione di meteorite nel quale sono stati scoperti i primi quasi cristalli (fonte: F. Bindi, Università di Firenze, CNR)

 

Da allora è cominciata la lunga caccia che, insieme a Steinhardt, l'ha portato nell'estremo Est della Siberia, nella zona da cui proveniva il meteorite conservato a Firenze. I dieci nuovi frammenti scoperti in quella spedizione hanno confermato che i quasi cristalli sono effettivamente una nuova forma di materia.

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