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Parisi, la geotermia è strategica per l'Italia

Il Nobel, 'serve un piano nazionale '. Manzella (Cnr), meno burocrazia e più finanziamenti

Una centrale geotermica (fonte: Pixabay)

Redazione Ansa

"La geotermia è un settore strategico per l'Italia, nonostante per molti decenni sia stato completamente trascurato: spero che questa giornata possa essere il punto di inizio per lo sviluppo di un nuovo piano nazionale". Lo afferma il premio Nobel per la fisica 2021 Giorgio Parisi, intervenuto al convegno sulla geotermia organizzato dall'Accademia Nazionale dei Lincei.

"È evidente che i Paesi che sono in grado di produrre autonomamente l'energia necessaria al proprio fabbisogno sono molto più resilienti alle crisi e agli aumenti dei prezzi, come quello che stiamo affrontando" dice ancora Parisi: "Ecco perché dobbiamo investire nell'energia geotermica".

Il convegno punta, infatti, a rivitalizzare una tecnologia in cui l'Italia è stata pioniera e che può rivelarsi fondamentale non solo per il nostro Paese ma per il mondo intero, alla luce della crisi climatica strettamente legata all'uso di combustibili fossili. "Considerata la crisi climatica globale e le ripercussioni sulle esigenze energetiche - commenta Carlo Doglioni, presidente dell'Istituto Nazionale di Geologia e Vulcanologia che partecipa all'evento - la geotermia può contribuire in modo rilevante al mix energetico necessario alla transizione che il mondo deve affrontare".

Giorgio Parisi spiega anche perché la geotermia sia così promettente e quali vantaggi possa offrire: "non dipende dalla disponibilità di risorse come minerali e terre rare né dalle condizioni meteorologiche ed è una fonte energetica molto affidabile. Inoltre - aggiunge il premio Nobel - in questo campo l'Italia ha un grande vantaggio rispetto a tutti gli altri paesi europei, Islanda esclusa, perché può contare su molte aree vulcaniche che forniscono calore elevato, quindi non abbiamo bisogno di scavare in profondità per poter sfruttare l'energia geotermica".

 Manzella (Cnr),  meno burocrazia e più finanziamenti
L'Italia rimane uno dei primi Paesi europei per la produzione di energia geotermica, che costituisce circa il 2% del fabbisogno energetico, ma i progressi sono estremamente lenti e poco ambiziosi: "Il nostro Paese ha grandi potenzialità per quanto riguarda la geotermia", dice all'ANSA Adele Manzella, membro dell'Associazione Geotermica Internazionale e ricercatrice all'Istituto di Geoscienze e Georisorse del Consiglio Nazionale delle Ricerche. "Le risorse e le competenze tecniche ci sono - dice Manzella - manca solo la volontà politica: servirebbero maggiori finanziamenti, meno burocrazia e anche una migliore informazione, per evitare la cattiva percezione che spesso ha il pubblico di questa forma di energia. Ma, soprattutto, servono organizzazione e pianificazione a lungo termine".

L'unico svantaggio dell'energia geotermica, infatti, è richiedere la realizzazione di pozzi, cosserva la ricercatrice. Si tratta, dunque, di interventi che vanno pianificati. L'investimento iniziale è ingente - afferma Manzella - ma viene poi recuperato molto rapidamente". Questo anche perché gli impianti di produzione si inseriscono molto bene nelle economie locali, una caratteristica peculiare della geotermia: "Le applicazioni sono tantissime, dalle pompe di calore per il riscaldamento domestico fino ai grandi impianti per la produzione elettrica", dice Adele Manzella. "In Olanda, ad esempio, si usa moltissimo anche per il riscaldamento delle serre".

L'importanza della geotermia sta anche nella sua capacità di soddisfare il fabbisogno termico, che costituisce la metà di quello energetico totale. "Su questo il nostro Paese è molto indietro: in Europa si stanno avviando molti progetti per il teleriscaldamento - aggiunge Manzella - invece in Italia i pochi impianti sono localizzati quasi esclusivamente al Centro-Nord e pochissimi si basano su energie rinnovabili".

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