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12 milioni di euro per riciclare le terre rare da auto e lampade

Grazie a 2 progetti europei sviluppati dall'Università dell'Aquila

Gli spettri di alcune terre rare (fonte: Umop503, da Wikiepdia)

Redazione Ansa

Dodici milioni di euro complessivi per fare un importante passo avanti nel riciclo delle cosiddette terre rare, una quindicina di elementi chimici divenuti essenziali per tutte le tecnologie del presente e del futuro come batterie ricaricabili, dispositivi di ultima generazione ed energie rinnovabili. Il finanziamento e' destinato, infatti, a due progetti europei sviluppati dall'Universita' dell'Aquila, che puntano a trasferire in ambito industriale le tecniche messe a punto dai ricercatori, recuperando terre rare da automobili elettriche e ibride, dai generatori eolici e da altri dispositivi come hard disk e lampade fluorescenti. I 12 milioni sono stati ricavati grazie al brevetto dell'Universita' ottenuto in questo campo, che e' ormai diventato prioritario per la transizione energetica ed ecologica.

Il primo progetto, chiamato New-Re, e' partito a fine 2022 ed e' affidato al Consorzio Erion, del quale fanno parte sia aziende che enti di ricerca: lo scopo e' quello di realizzare un primo impianto pilota per il recupero delle terre rare dai magneti contenuti nei motori elettrici e negli altri dispositivi.

Il secondo progetto, invece, partira' agli inizi di settembre 2023 e sara' coordinato dall'azienda Itelyum Spa (coinvolta anche nel primo studio). In questo caso verra' effettuata l'industrializzazione vera e propria del processo, con la realizzazione di un impianto sempre per la produzione di terre rare a partire da magneti, ma con la possibilita' di trattare anche altre tipologie di materiali come schede elettroniche e batterie al litio.

Con altri due progetti Horizon 2020 attivi, sempre finalizzati al recupero di questi elementi, l'Universita' dell'Aquila consolida quindi la sua posizione a livello nazionale ed europeo in questo campo, anche con la possibilita' di utilizzare un proprio impianto pilota e attrarre ricercatori dall'estero.

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