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Ottenuto il grafino, super-materiale per l'energia del futuro

Parente del grafene, utile anche per elettronica e ottica

La struttura cristallina di uno strato di grafino (fonte: Yiming Hu)

Redazione Ansa

Ottenuto il grafino, un super-materiale di prossima generazione finora soltanto immaginato: si tratta di un parente del grafene, le cui ricerche sono valse il premio Nobel nel 2010 a Andre Geim e Konstantin Novoselov, e promette di aprire nuove possibilità nell'energia, con batterie ricaricabili di nuova generazione e materiali semiconduttori, come anche nell'elettronica e nell’ottica.
Il risultato si deve allo studio pubblicato sulla rivista Nature Synthesis e guidato dall’Università statunitense del Colorado a Boulder. Fra le possibili applicazioni future, si guarda con interesse all'uso del nuovo materiale nelle batterie ricaricabili agli ioni di litio, comunemente utilizzate per dispositivi elettronici e veicoli elettrici.
“La comunità scientifica impegnata in questo settore è davvero entusiasta del fatto che questo problema di vecchia data, vale a dire questo materiale immaginario, si stia finalmente realizzando”, commenta Yiming Hu, alla guida del gruppo. Il grafino, proprio come il suo parente stretto grafene, è costituito da un reticolo bidimensionale di atomi di carbonio disposti in celle di forma esagonale, in un foglio che ha lo spessore di un singolo atomo. La differenza sta nel fatto che le celle esagonali sono fortemente collegate tra loro, con legami doppi o tripli, caratteristica che gli permette di assumere una gamma di strutture molto più ampia.
Usando un processo chiamato ‘metatesi di alcheni’, una reazione organica che comporta la scissione e la ricreazione dei doppi legami tra gli atomi di carbonio, i ricercatori sono finalmente riusciti nell’impresa: ottenere un materiale che può rivaleggiare con il grafene per quanto riguarda le proprietà elettriche ma che consente maggiore controllo e versatilità. “C’è una grande differenza tra grafene e grafino, ma in senso positivo”, dice Wei Zhang, uno degli autori dello studio: “Questo potrebbe essere il materiale delle meraviglie del futuro ed ecco – osserva – perché il risultato è così eccitante”.
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