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Ucraina: esperti, nella centrale di Zaporizhzhia colpito un edificio esterno, nessun allarme

Il sistema di allerta nucleare internazionale non ha rilevato criticità

Il direttore generale della IAEA illustra la situazione nella centrale nucleare di Zaporizhzhia

Redazione Ansa

Non è stato colpito l'edificio principale della centrale nucleare di Zaporizhzhia, nel Sud-Est dell'Ucraina, ma uno degli edifici che si trovano nel vasto complesso che la ospita: "Si tratta di un edificio ausiliario e non preposto alla produzione di energia, non fa parte cioè del sistema di produzione elettrica", hanno detto all'ANSA fonti dell'Associazione Italiana Nucleare (Ain), citando i dati forniti in queste ore dall'Agenzia Internazionale per l'Energia Atomica (Aiea).
E' sulla stessa linea Matteo Passoni, presidente del corso in Ingegneria nucleare del Politecnico di Milano.

"L'edificio colpito è una delle costruzioni convenzionali che si trovano all'interno della vasta area occupata dalla centrale", dicono gli esperti dell'Ain. Di conseguenza, aggiungono, "non può essere avvenuta alcuna fuga di materiale radioattivo: sarebbe stato impossibile". D'altro canto, rilevano, "bisogna considerare che, in caso di un incidente in un impianto nucleare, esiste un sistema di allerta internazionale gestito dalla Aiea che viene immediatamente rilasciato.

Al momento, però, "i livelli delle radiazioni sono rimasti nella norma". Anche l'autorità regolatoria ucraina sull'energia nucleare (Snriu) ha dichiarato che l'attacco non ha colpito strutture essenziali, che nessuno dei sei reattori della centrale è stato danneggiato e che non è avvenuto rilascio di materiale radioattivo. "Se lo scopo fosse stato distruggere la centrale di Zaporizhzhia, non avrebbe preso di mira un obiettivo come quello colpito: tutte le informazioni che abbiamo a disposizione lasciano pensare che non sia stato un tentativo di distruggere la centrale", osserva Passoni.

"Mi sembra molto comprensibile, in un'ottica di strategia bellica - ha aggiunto - che l'obiettivo possa essere invece prendere il controllo della centrale, così come accade di solito in azioni militari, nelle quali l'obiettivo è controllare centri nevralgici come quelli addetti alla produzione di energia elettrica".

Facendo un confronto con la produzione di energia idroelettrica, "se in caso di guerra una nazione volesse prenderne il controllo, non avrebbe come obiettivo la distruzione della diga: sarebbe insensato", ha detto ancora Passoni. Senza contare il fatto che una centrale nucleare sarebbe tutt'altro che semplice da distruggere: "Sarebbe necessaria una potenza di fuoco davvero fuori dal comune. Pur con caratteristiche difensive diverse, tutte le centrali nucleari sono progettate per resistere alle sollecitazioni più violente".

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