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Fusione, si avvicina il viaggio del supermagnete italiano

Da La Spezia a porto Marghera, poi la Francia

Il magnete superconduttore destinato al reattore sperimentale Iter, nello stabilimento della Asg Superconductos a La Spezia (fonte: ASG Superconductors)

Redazione Ansa

E' italiano il primo grande passo verso l'energia del futuro, quella della fusione nucleare che imita i processi che avvengono nel cuore delle stelle. Il simbolo di questo primato è il supermagnete costruito in Italia e destinato a Iter, il reattore sperimentale destinato a dimostrare la fattibilità della fusione.

Pesante 150 tonnellate, con la forma una D, lungo 16 metri e largo 9, il magnete superconduttore più grande del mondo si prepara ad affrontare il suo viaggio lunedì 20 novembre da La Spezia, dove si trova lo stabilimento in cui è stato costruito, quello della Asg Superconductors, una società della famiglia Malacalza. Da qui, a bordo di uno specialissimo camion-robot radiocomandato, impiegherà 12 ore per percorrere in sicurezza i 6 chilometri che separano lo stabilimento dal porto. Quindi si imbarcherà alla volta di Porto Marghera, dove negli stabilimenti di un'altra azienda italiana, la Simic, sarà inserito in una sorta di 'corazza' protettiva in acciaio prima di ripartire per Marsiglia e da lì per il sito di Cadarache, dove è in costruzione Iter (International Thermonuclear Experimental Reactor).

"Iter è un progetto al quale partecipa tutto il mondo e i cui attori principali sono l'Europa, che contribuisce per oltre il 50% in termini di fondi e componenti, accanto a Stati Uniti, Giappone, Corea, Cina, Russia e India", ha osservato Alessandro Bonito-Oliva, responsabile per i magneti di F4E (Fusion for Energy), l'agenzia dell'Unione Europea che gestisce il contributo europeo a Iter, definendo le strategie e lavorando in collaborazione con l'industria. "I magneti - ha aggiunto - sono i componenti più importanti della macchina". Grazie ad essi, infatti, il plasma che scorrerà all'interno della macchina potrà raggiungere la densità ottimale perché avvenga la reazione di fusione.

E' una sfida internazionale che vede l'Italia in prima fila, ha osservato Stefano Pittaluga, responsabile del progetto per la Asg Superconductors. Nell'azienda italiana vengono infatti "costruite dieci delle 18 bobine di Iter, quindi oltre il 50%". Le altre otto, più una di riserva, sono fatte in Giappone. Ma il ruolo italiano, nel quale anche la ricerca gioca un ruolo fondamentale con l'Enea, è molto più ampio. Sono almeno 26 le aziende coinvolte direttamente nel progetto, alle quali si aggiungono quelle che hanno realizzato le macchine straordinarie che nello stabilimento di La Spezia permettono di costruire i supermagneti.

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