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Fusione, l'energia pulita una realtà nel 2050

Pizzuto (Enea), carta vincente contro i combustibili fossili

Schema tecnico del reattore sperimentale a fusione Iter (fonte: Iter organization)

Redazione Ansa

L'energia pulita del futuro nasce dalle reazioni che avvengono nel cuore delle stelle, come il nostro Sole, e dopo tanti anni di attesa il sogno della fusione nucleare si avvicina un po' di più alla realtà grazie al primo dei 18 magneti superconduttori del reattore sperimentale Iter in costruzione in Francia, a Caradache.

La posta in gioco è enorme: poter sostituire definitivamente i combustibili fossili. Trovare un'alternativa a queste fonti tradizionali di energia "è un problema molto serio perché il contatore della CO2 cresce continuamente e siamo sempre più vicini al punto di non ritorno", ha detto all'ANSA il direttore del dipartimento Fusione nucleare dell' Enea, Aldo Pizzuto. In questa prospettiva Iter rappresenta indubbiamente una risorsa unica e la posta in gioco, così alta, spiega come mai Iter sia una delle più grandi imprese scientifiche e tecnologiche mai promosse a livello internazionale.

L'Unione Europea vi partecipa nell'ambito del programma sulla fusione Euratom, al fianco di Giappone, Russia, Cina, Corea del Sud, India e Stati Uniti. Dopo una lunghissima storia cominciata nel 1985, si prevede che 2025 la grande macchina sperimentale possa essere finalmente pronta ed è già ora di guardare al futuro. "In Europa stiamo già pensando in questa ottica", ha rilevato Pizzuto. "Una volta che i primi dati di Iter daranno conferme su alcuni punti chiave, primo fra tutti l'efficienza del sistema, si comincerà a progettare Demo, ossia il reattore dimostrativo che potrà essere il primo a immettere energia nella rete". A quel punto la fusione nucleare potrebbe cambiare radicalmente l'attuale scenario energetico.

"Gli scenari che da qui a 40-50 anni vedono nelle fonti rinnovabili una copertura del fabbisogno energetico del 100% sono tecnicamente impossibili", ha osservato Pizzuto. I modelli più realistici, ha proseguito, prevedono una penetrazione del mercato energetico da parte delle rinnovabili pari al 30%, mentre il restante 70% resterebbe ai combustibili fossili: uno scenario non compatibile con gli impegni internazionali che puntano a ridurre la CO2, a meno che non si dedica di ridurre la produzione di energia". La fusione nucleare, ha detto ancora, "potrebbe essere un'alternativa ai combustibili fossili necessaria e sicura". I reattori a fusione, infatti, "si spengono da soli nel momento in cui le condizioni in cui operano non sono sicure e se le condizioni di funzionamento non sono ottimali queste macchine non riescono ad autosostenersi".

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