Rubriche

Protesi oculari più realistiche grazie alla stampa 3D

Riproducono fedelmente il colore e l'anatomia dell'occhio sano

La protesi oculare è del tutto identica all’occhio sinistro sano del paziente (fonte: Stephen Bell, Ocupeye Ltd)

Redazione Ansa

Protesi oculari personalizzate dall'aspetto più realistico e naturale, praticamente indistinguibili dall'occhio sano, sono state ottenute grazie a una nuova tecnica di stampa 3D semplice e veloce. Il risultato è pubblicato sulla rivista Nature Communications dal gruppo di ricerca internazionale guidato da Johann Reinhard, dell'Istituto Fraunhofer per la ricerca in computer grafica a Darmstad, in Germania.

Si stima che nel mondo ci siano circa 8 milioni di persone che indossano una protesi oculare, il cui aspetto è cruciale per l'accettazione psicologica da parte di chi la indossa. Gli attuali metodi di produzione, però, richiedono un lungo e complesso lavoro manuale di almeno otto ore per ottenere una protesi personalizzata, con risultati di qualità variabile.

Per risolvere questo problema, il team guidato da Reinhard ha messo a punto una nuova tecnica digitale che in maniera del tutto automatica permette di modellare la protesi oculare in modo personalizzato sulla base della scansione dell'orbita oculare e dell'occhio sano del paziente (realizzata mediante una tomografia ottica a radiazione coerente, Oct). Le immagini a colori vengono usate per produrre un modello tridimensionale a colori e texturizzato, realizzato con una stampante 3D multi-materiale. La stampa per una singola protesi richiede circa 90 minuti, mentre nell'arco di 10 ore è possibile stampare 100 protesi contemporaneamente.

I ricercatori sono stati in grado di riprodurre fedelmente il colore e l'anatomia dell'occhio sano, in particolare il colore, le dimensioni e la struttura dell'iride e l'aspetto dello lo strato bianco esterno del bulbo oculare, la sclera. A parte qualche piccolo aggiustamento finale alla protesi, questo nuovo approccio richiede cinque volte meno lavoro rispetto ai processi tradizionali e determina risultati più riproducibili. I ricercatori stimano che la nuova tecnica digitale potrebbe essere applicata a quasi l'80% dei pazienti che necessitano di una protesi oculare. Un suo ulteriore sviluppo potrebbe permettere di realizzare protesi anche per i bambini, che finora erano esclusi.

Al momento le protesi stampate in 3D con questa tecnica sono in via di sperimentazione in un trial clinico presso il Moorfields Eye Hospital NHS Foundation Trust nel Regno Unito.

Leggi l'articolo completo su ANSA.it