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La prima mappa dello sviluppo degli arti nell’uomo

Per capire le anomalie che emergono alla nascita

È stata completata la prima mappa che illustra come si formano gli arti, ad un livello di dettaglio delle singole cellule (fonte: DOI: 10.1038/s41586-023-00000-0)

Redazione Ansa

È stata completata la prima mappa che illustra, ad un livello di dettaglio delle singole cellule, come si formano braccia, gambe, mani e piedi negli esseri umani. Il risultato, pubblicato sulla rivista Nature, è stato ottenuto da un gruppo di ricerca internazionale guidati dall’Università cinese Sun Yat-sen, dall’Istituto Europeo di Bioinformatica del Laboratorio Europeo di Biologia Molecolare, in Inghilterra, e dall’Istituto di ricerca britannico Wellcome Sanger. L’atlante, che è stato reso liberamente accessibile, cattura gli intricati processi che governano il rapido sviluppo degli arti tra la 5° e la 9° settimana di gravidanza e spiega molte anomalie congenite, come quella caratterizzata da dita eccessivamente corte o dalla presenza di un dito in più.

Gli arti emergono come abbozzi privi di forma sui lati del corpo. Dopo 8 settimane di sviluppo, però, sono già completi e ben formati: ciò richiede un’orchestrazione dell’intero processo molto rapida e precisa. Lo sviluppo degli arti è già stato ampiamente studiato in animali come i topi, ma ora gli ultimi avanzamenti tecnologici hanno consentito ai ricercatori coordinati da Hongbo Zhang dell’Università Sun Yat-sen e Sarah Teichmann del Wellcome Sanger di esaminarlo anche negli esseri umani.

Analizzando tessuti embrionali tra la quinta e la nona settimana di gravidanza, gli autori dello studio sono riusciti a capire come i vari geni si attivano in determinati momenti e in determinate zone del corpo, e come le varie cellule si organizzano e si differenziano. Ad esempio, la mappa ha permesso di vedere che le dita delle mani e dei piedi non crescono verso l’esterno: sono le cellule che si ritirano all’interno, rivelando la struttura di base. “È come guardare uno scultore al lavoro, che scalpella un blocco di marmo per rivelare un capolavoro”, commenta Zhang. “In questo caso, la natura è lo scultore e il risultato è l’incredibile complessità delle nostre dita”.

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