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Gli orsi diventano aggressivi se si sentono minacciati

Colangelo (Cnr), in Trentino si è persa la cultura della convivenza

Un orso nel Parco Nazionale d'Abruzzo (fonte: Pixabay)

Redazione Ansa

Gli orsi non diventano mai aggressivi perché vedono l'uomo come una preda, ma solo quando si sentono minacciati, ad esempio nel caso si tratti di una mamma con i suoi cuccioli, oppure se viene disturbato durante la caccia. Lo rileva Paolo Colangelo, dell'Istituto di Ricerca sugli Ecosistemi Terrestri del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr-Iret). Inoltre, dice l'esperto all'ANSA, "in Trentino si è persa la cultura della convivenza con gli orsi: in quella zona, infatti, questa specie era scomparsa ed è stata reintrodotta solo 20 anni fa. Da quel momento la popolazione animale è aumentata ed è entrata in conflitto con quella umana, che non sa più come comportarsi in queste circostanze". Nel nostro Paese, prosegue il ricercatore, è presente unicamente l'orso bruno (Ursus arctos), sia esso Alpino oppure Marsicano, e generalmente occupa tre grandi macro-aree: due sulle Alpi (in Trentino e al confine tra Friuli, Slovenia e Austria) e una sull'Appennino (tra Abruzzo, Lazio e Molise). Questa specie è diffusa in gran parte dell'Asia e del Nordamerica, mentre in Europa occidentale è quasi del tutto estinto. Pesa dai 100 ai 700 chilogrammi e i suoi membri più grandi contendono all'orso polare il titolo di carnivoro terrestre più grande al mondo. In Italia, dopo essere scomparso a causa della caccia, per molto tempo l'orso è sopravvissuto solo nel Parco Nazionale d'Abruzzo. "Qui la popolazione è abbastanza ristretta, di circa 50-60 esemplari, e le persone non hanno perso quella cultura della convivenza che invece è stata dimenticata in altre zone", commenta Colangelo. Inoltre, l'orso marsicano è anche considerato meno aggressivo rispetto ad altri, come l'orso alpino. "Ma gli orsi non sono tutti uguali", sottolinea il ricercatore: "In caso si renda necessario, l'abbattimento non è l'unica opzione, anche il trasferimento può essere una soluzione valida. Certo, è importante ridurre il più possibile la probabilità di incontro tra questa specie e l'uomo - aggiunge Colangelo - ma quando avviene le persone devono sapere qual è il comportamento migliore da tenere".

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