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Mini cervelli per studiare i disturbi del sonno

Sono organoidi cyborg che possono essere accesi e spenti a comando

Organoide del cervello (fonte: Centro di Ricerca E. Piaggio dell’Università di Pisa)

Redazione Ansa

Costruire in laboratorio mini-repliche in versione cyborg del cervello umano per studiare i sintomi precoci di malattie neurodegenerative come il Parkinson: è l’obiettivo di Nap (twiN-on-a-chip brAins for monitoring individual sleeP habits) il progetto europeo coordinato dal Centro di Ricerca E. Piaggio dell’Università di Pisa che punta a sviluppare i primi organoidi di cervello che possono essere accesi e spenti a comando. Uno degli obiettivi del progetto Nap, che durerà 3 anni e vede coinvolte anche l’Università di Friburgo e l’Università di Amsterdam, è quello di comprendere meglio gli effetti della deprivazione del sonno e di individuare possibili correlazioni di questi disturbi con i sintomi della malattia di Parkinson e altre malattie neurodegenerative.“A differenza degli organoidi di cervello fatti finora, in questo caso i neuroni umani, sviluppati direttamente da cellule ottenute dal paziente, sono connessi anche a degli elettrodi molto sottili e flessibili, che permettono di monitorare l’attività neurale e inviare stimoli”, ha detto all’ANSA la coordinatrice di Nap, Chiara Magliaro del Centro Piaggio.

Gli organoidi sono repliche in scala ridotta di veri e propri organi umani, in questo caso mini cervelli completi ad esempio di materia grigia e amigdala ma delle dimensioni di appena pochi millimetri e costituiti da un numero ridotto di cellule. Sono modelli che crescono e si auto organizzano a partire da cellule di un paziente e per questo ottimi, ad esempio, per testare nuove terapie personalizzate oppure per studiare l’evoluzione di tumori.

Grazie ai cervelli ‘cyborg’ si apre ora la possibilità di monitorare l’attività neurale in modo più preciso e interferire dall’esterno, ad esempio alterando i ritmi di veglia e sonno dei minicervelli. “Simulare i ritmi fisiologici o la privazione di sonno permette di valutare cosa succede alle nostre cellule nervose quando non abbiamo una buona routine del riposo: parametri fondamentali per intervenire in maniera tempestiva e garantire una miglior qualità della vita”, ha aggiunto Magliaro.

 

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