Rubriche

Pronto il test smart per gli anticorpi contro Covid-19

Più rapido e facile, utile a vaccinazioni personalizzate

È pronto un nuovo test ‘smart’ in grado di individuare gli anticorpi presenti nel sangue contro Covid-19 (free via pixabay)

Redazione Ansa

È pronto un nuovo test ‘smart’ in grado di individuare gli anticorpi presenti nel sangue contro Covid-19: più rapido e facile da effettuare, poiché non richiede laboratori altamente specializzati, potrà tornare utile anche per pianificare strategie di vaccinazione personalizzate in base alle esigenze specifiche. Il nuovo test è stato messo a punto da ricercatori dell’Istituto di Biochimica e Biologia Cellulare del Consiglio Nazionale delle Ricerche di Napoli (Cnr-Ibbc) e dell’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive (Inmi) Lazzaro Spallanzani, con il contributo anche dell’azienda Takis Biotech di Roma. I risultati ottenuti sono stati pubblicati sulla rivista Frontiers in Immunology e potranno essere utili anche nello sviluppo di molecole in grado di inibire del tutto l’infezione virale.
Identificare il livello di anticorpi neutralizzanti anti-Sars-CoV-2 nel sangue umano di individui vaccinati o infettati (denominati nAbs), in grado di bloccare lo sviluppo del virus, è un importante indice predittivo per capire in anticipo come si svilupperà la risposta immunitaria in pazienti affetti da Covid-19 e in persone vaccinate. “Di norma – spiega Piergiuseppe De Berardinis di Cnr-Ibbc, tra gli autori dello studio – la presenza di questi anticorpi viene determinata attraverso un test che può essere effettuato soltanto in laboratori ad alto indice di sicurezza, chiamati BSL3”.
I ricercatori, guidati da Luciana D’Apice e Maria Trovato di Cnr-Ibbc e da Giulia Gramigna dell’Inmi, hanno invece messo a punto una tecnica che consente di effettuare le analisi anche in condizioni meno rigorose, rendendole quindi più semplici e utilizzabili anche per screening su larga scala. “La recente pandemia ha ribadito l’importanza dell’immunologia – conclude De Berardinis – e soprattutto la sua capacità di trovare un’applicazione clinica alle scoperte scientifiche che avvengono nei laboratori di ricerca: questo studio ne è un’ulteriore dimostrazione”.
Leggi l'articolo completo su ANSA.it