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Covid, lo scarso sequenziamento frena la lotta alle varianti

Esperti, anche gli Usa dietro a Cina e Gran Bretagna

Particelle del virus SarsCoV2 su una cellula (fonte: NIAID)

Redazione Ansa

L'inadeguato sequenziamento delle varianti del virus SarsCoV2 rischia di compromettere la lotta globale alla pandemia: e' quanto sostengono gli esperti Dana C. Crawford e Scott M. Williams della Case Western Reserve University (Usa) in un editoriale pubblicato sulla rivista PLOS Genetics.

I due autori sottolineano che il sequenziamento del genoma virale stenta a decollare sebbene sia fondamentale per comprendere l'evoluzione della pandemia: diversi Paesi hanno la tecnologia necessaria per farlo, eppure "l'adozione della genomica come strategia per la sorveglianza del virus e' stata finora lenta, difficoltosa e inconsistente".

Gli esperti puntano il dito anche contro la lentezza degli Stati Uniti, che ad aprile erano soltanto al 33esimo posto nel mondo per il sequenziamento delle varianti. Diverse le cause di questa impasse: l'insufficienza dei finanziamenti, la mancanza di un sistema efficiente di tracciamento dei campioni e l'adozione di regole stringenti per la condivisione di campioni biologici e dati. Al contrario, altri Paesi come la Cina e la Gran Bretagna hanno gia' superato queste sfide.

I due esperti ricordano che i Centri americani per la prevenzione e il controllo delle malattie (Cdc) hanno recentemente stanziato piu' di 200 milioni di dollari per potenziare il sequenziamento, ma questo investimento tardivo dimostra che gli Stati Uniti non hanno un database organizzato con le informazioni dei pazienti per gli studi su Covid-19. Per questo motivo auspicano che aumentino i finanziamenti per lo studio del genoma virale, dato che nuove varianti potrebbero svilupparsi per effetto delle differenti misure restrittive e delle diverse velocita' delle vaccinazioni nei vari Paesi del mondo.

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