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Caccia al Dna di Leonardo, trovati 14 discendenti viventi

Nuovo albero genealogico su 21 generazioni

Redazione Ansa

La caccia al Dna di Leonardo Da Vinci fa un balzo in avanti grazie al nuovo e più completo albero genealogico della sua famiglia: frutto di decenni di ricerche documentali, ricostruisce di padre in figlio 21 generazioni, dal 1331 a oggi, e identifica ben 14 discendenti in linea diretta maschile attualmente viventi, di cui 13 finora sconosciuti. Il risultato, pubblicato sulla rivista Human Evolution da Alessandro Vezzosi (fondatore del Museo Ideale Leonardo da Vinci) e Agnese Sabato (presidente dell'Associazione Leonardo Da Vinci Heritage), aiuterà a ricostruire il profilo genetico del genio rinascimentale.

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Albero genealogico in linea diretta maschile della famiglia Da Vinci, dalla I alla XV generazione (fonte: A. Sabato, 2021, Leonardo Da Vinci Heritage)

"Nel 2016 avevamo già individuato 35 discendenti viventi di Leonardo, ma erano per lo più indiretti, frutto di parentele parallele anche in linea femminile, come nel caso più noto del regista Franco Zeffirelli: dunque non erano persone che potevano darci informazioni utili sul Dna di Leonardo e in particolare sul cromosoma Y, che viene trasmesso ai discendenti maschi e rimane quasi invariato per 25 generazioni", spiega Vezzosi all'ANSA.

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Agnese Sabato e Alessandro Vezzosi con una bozza dell’albero genealogico dal 1820 al 2021 (fonte: Leonardo Da Vinci Heritage)

  La svolta potrebbe arrivare ora dai nuovi discendenti diretti in linea maschile (derivanti dal padre ser Piero e dal fratellastro Domenico) e attualmente in vita: "hanno un'età compresa tra 1 e 85 anni, vivono non proprio a Vinci, ma in Comuni limitrofi fino alla Versilia e fanno mestieri comuni, come l'impiegato, il geometra, l'artigiano", precisa Vezzosi. Il loro Dna sarà analizzato nei prossimi mesi per contribuire alle ricerche della task force internazionale 'The Leonardo Da Vinci DNA Project', presieduta da Jesse Ausubel (della Rockefeller University di New York) e sostenuta dalla Fondazione Richard Lounsbery. Il progetto coinvolge il J. Craig Venter Institute di La Jolla, in California, e diverse altre università e centri di ricerca di alto profilo, tra cui il Dipartimento di Biologia dell'Università di Firenze diretto da David Caramelli.

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