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L'intelligenza artificiale prevede la progressione dell'Alzheimer

Un test messo a punto al Mit aiuterà a calibrare le terapie

Un test basato sull'intelligenza artificiale, messo a punto al Mit, riesce a prevedere la progressione del morbo di Alzheimer nei due anni successivi (fonte: Christine Daniloff, MIT)

Redazione Ansa

L'intelligenza artificiale riesce a prevedere il declino cognitivo legato al morbo di Alzheimer nell'arco dei successivi due anni, fornendo un aiuto concreto alla ricerca volta a mettere a punto nuove terapie e a individuare i pazienti che potrebbero rispondere meglio a quelle attualmente disponibili. Il sistema e' stato messo a punto negli Stati Uniti, presso il Media Lad del Massachusetts Institute of Technology (Mit), e la presentazione e' prevista nella conferenza su Apprendimento delle macchine e salute.

E' un risultato importante, inseguito da anni dalle tante ricerche condotte in questa direzione dalle aziende farmaceutiche: il rapporto pubblicato nel 2018 dall'associazione delle aziende farmaceutiche americane (Pharmaceutical Research and Manufacturers of America, PhRMA) calcola che siano state ben 146 nel periodo compresso fra il 1998 e il 2017 e quasi tutte senza successo. Attualmente sono 90 i candidati farmaci in via di sviluppo.

Il sistema ha prima dovuto 'imparare' e lo ha fatto dalla piu' grande banca di dati clinici sull'Alzheimer, l'Alzheimer's Disease Neuroimaging Initiative (Adni), che contiene dati su 1.700 persone.

"Previsioni accurate del declino cognitivo da sei a 24 mesi sono cruciali per progettare le sperimentazioni cliniche", ha rilevato Oggi Rudovic, del Media Lab del Mit. "Essere in grado di prevedere il declino cognitivo - ha aggiunto - potrebbe ridurre il numero di visite che attualmente i pazienti sono costretti a fare". Un altro obiettivo e' ridurre i costi delle sperimentazioni cliniche e rendere piu' facile affrontare test su larga scala.

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