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Topi mutanti ringiovaniscono e aiutano a capire i tumori

Riprogrammati per studiare la trasformazione delle cellule

Proteine ​​del pancreas di un topo riprogrammato (Fonte: Spanish National Cancer Research Centre (CNIO))

Redazione Ansa

Topi geneticamente modificati in modo che le loro cellule possano essere riprogrammate sono stati ringiovaniti: non e' l'elisir di giovinezza, ma una nuova strada per osservare da vicino il momento in cui una cellula sana diventa tumorale. Descritto sulla rivista Stem Cell Reports, il risultato si deve a un gruppo di ricerca dello Spanish National Cancer Research Centre (CNIO).

Cellule ringiovanite, ma ...
Lo studio fornisce la conferma che riprogrammando le cellule in modo da provocare l'allungamento dei telomeri, i salvavita che si trovano alle estremita' dei cromosomi, noti per essere associati alla longevita', si inverte una delle caratteristiche dell'invecchiamento. In questo modo le cellule ringiovaniscono, recuperando la loro capacita' di rigenerarsi. Tuttavia i cambiamenti osservati nel processo di riprogrammazione sono anche quelli che avvengono durante le prime fasi di sviluppo di un tumore.

Topi come laboratori viventi
Tutto questo per la prima volta e' stato osservato in un animale vivo: il topo geneticamente modificato ha funzionato come un laboratorio vivente. I ricercatori hanno infatti lavorato con i cosiddetti 'topi riprogrammabili', nel cui Dna sono stati inseriti i 4 geni che di solito vengono utilizzati negli esperimenti in provetta per far tornare indietro nel tempo le cellule allo stadio di staminali. Nei topi riprogrammabili le cellule hanno cosi' recuperato la loro capacita' di rigenerarsi e gli animali sono effettivamente ringiovaniti. Grazie a questo risultato, la ricerca ha permesso di studiare 'dal vivo' il momento in cui una cellula sana si trasforma e si ammala.

Capire come si differenziano le cellule
Questo perche', "se non si mette un freno alla vita della cellula, si va incontro ad una proliferazione incontrollata, primo passo verso il tumore", osserva Fabrizio d'Adda di Fagagna, ricercatore l'Istituto Firc di Oncologia Molecolare (Ifom) di Milano e dell'Istituto di Genetica Molecolare del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Igm-Cnr) di Pavia. In sostanza, secondo gli autori dello studio, una migliore conoscenza dei cambiamenti subiti dai telomeri durante la riprogrammazione 'in vivo' e in processi patologici, come il cancro, aumenta la comprensione degli eventi molecolari associati alla differenziazione cellulare.

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