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Un fascio di luce dai mille usi

Redazione Ansa

C'e' quello che legge la nostra musica preferita su CD, quello che riconosce i codici a barre alla cassa del supermercato, e quello che puo' asportare piccolissimi tumori o curare la retina. Sono infinite le applicazioni del laser, il dispositivo inventato oltre mezzo secolo fa e che oggi e' il cuore di moltissimi apparecchi tecnologici anche di uso quotidiano.

Il nome 'laser' e' l'acronimo di 'Light Amplification by Stimulated Emission of Radiation' (amplificazione di luce attraverso emissione stimolata di radiazione) e indica la capacita' di questo apparecchio di produrre fasci molto intensi di luce che, a differenza della luce ordinaria, e' monocromatica (le particelle che la compongono, i cosiddetti fotoni, viaggiano tutti alla stessa lunghezza d'onda) e coerente (tutti i raggi emessi sono in fase tra loro nel tempo e nello spazio e non si muovono in modo disordinato). In questo modo la luce può essere focalizzata su aree piccolissime concentrando una grande quantita' di energia in un solo punto. Il laser contiene un dispositivo che innesca il processo di eccitazione, e poi un materiale attivo (un cristallo, un gas o una soluzione) da cui viene emessa la luce. Di solito questo materiale e' posto fra due specchi piani e paralleli (uno riflettente e l'altro semi-riflettente), in modo che i fotoni emessi, rimbalzando sugli specchi, attraversino piu' volte il materiale attivo innescando un processo a catena che stimola l'emissione di altri fotoni. Alla fine, queste particelle di luce escono dallo specchio semi-riflettente formando il fascio di luce laser utilizzabile.

I dispositivi laser a bassa potenza vengono solitamente usati per la lettura dei codici a barre, dei compact disc e per inviare informazioni attraverso le fibre ottiche. Quelli di maggiore potenza sono impiegati invece nelle lavorazioni meccaniche, in operazioni come il taglio e la saldatura dei metalli. Anche la medicina si avvale di questi strumenti, ampiamente usati in oculistica e anche nell'asportazione di piccoli tumori da zone difficili da raggiungere con le normali tecniche chirurgiche.

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