Approfondimenti

Il segreto dell’invisibilità

Rappresentazione artistica della scia ottenuta sui plasmoni di superficie (fonte : Daniel Wintz, Patrice Genevet, and Antonio Ambrosio)

Redazione Ansa

I plasmoni sono oggetti a metà strada fra onde elettromagnetiche e particelle, generate dall'oscillazione da un insieme di elettroni liberi (plasma) su una superficie. Si propagano parallelamente ad una superficie metallica, nella zona al confine tra il metallo e il mezzo esterno (ad esempio aria o acqua) e sono molto sensibili a qualsiasi cambiamento di questo confine.

Le variazioni subite dai plasmoni possono sopravvivere abbastanza a lungo da consentire applicazioni tecnologiche. Per questo i plasmoni sono alla base di una nuova generazione di materiali che non esistono in natura, con proprieta' ottiche singolari e un indice di rifrazione plasmabile quasi a volonta'. Materiali di questo tipo, chiamati materiali plasmonici, permettono sono alla base delle ricerche volte ad ottenere materiali che permettono di far scorrere la luce intorno ad un oggetto rendendolo perfettamente ‘’invisibile’’. Ad esempio, sono allo studio lenti perfette, la cui risoluzione non e' piu' limitata dalla lunghezza d'onda della luce utilizzata.

Alcuni gruppi americani sono riusciti a ottenere l'invisibilita' in intervalli di lunghezza d'onda limitati intorno al millimetro, ma gli esperti del settore sono convinti che in linea di principio, utilizzando materiali ottenuti grazie alle nanotecnologie, sara’ possibile anche nascondere anche oggetti di grandi dimensioni.Per ottenere queste caratteristiche e' necessario che i materiali abbiano un indice di rifrazione della luce molto piccolo o negativo. Altre possibili applicazioni sono possibili nell'elettronica di altissima frequenza (Tera Hertz, mille volte piu' veloce del Giga Hertz a cui funzionano i computer attuali) grazie ai plasmoni acustici. Questi ultimi, contrariamente ai plasmoni ordinari, si propagano alla stessa velocita' a tutte le frequenze, come fa la luce nel vuoto, ma mille volte piu' lentamente. Di conseguenza un segnale puo' essere, in linea di principio, convertito da luminoso ad elettronico e viceversa, con una distorsione minima. In questo modo diventa possibile costruire dispositivi che funzionano a frequenze molto piu' elevate rispetto ai dispositivi elettronici attuali.

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