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No full immersion Test di medicina, meglio studio schematico

Psicoterapeuta Nardone,accettare ansia e niente fretta

Redazione Ansa

Ansiosi, stressati e sull'orlo di una crisi di nervi. È così che può capitare di sentirsi agli oltre 66mila aspiranti medici italiani in vista dei Test di ingresso alla Facoltà di Medicina, che si terranno il prossimo 3 settembre. Paradossalmente, a stare peggio potrebbero essere i più bravi, coloro che hanno investito più tempo per prepararsi, con lo spettro che il sogno di diventare medici si infranga.

Questa l'analisi dello psicoterapeuta Giorgio Nardone del Centro di Terapia Strategica di Arezzo, a cui Consulcesi ha chiesto un supporto per aiutare gli aspiranti medici. Quest'anno di delusi ce ne saranno più di 50mila stando alle stime di Consulcesi. "Il problema principale - evidenzia il presidente Massimo Tortorella - è che i nostri test di Medicina non sono adatti a selezionare i più bravi o quelli più portati alla professione medica" e lo psicoterapeuta Nardone conferma che "a superarli sono solo gli studenti più preparati a non cadere in domande ambigue e tranelli, tipici dei test a risposta multipla". Come fare per superare ansia e stress? Il primo consiglio è non studiare troppe ore consecutive, ma 'spalmare' lo studio in più giorni.

"Le full immersion gli ultimi giorni non servono.Alimentano soltanto l'ansia. Meglio - sottolinea Nardone - uno studio di poche ore al giorno spalmate in un periodo più lungo. Così si fissano meglio i concetti". Altra cosa da evitare è "leggere e ripetere ad alta voce". Il modello suggerito dall'esperto è leggere il capitolo di un libro come se fosse una rivista per avere una percezione generale dell'argomento; poi rileggere in modo analitico ed evidenziare 2-3 righe che possano aiutare a riportare alla mente i concetti importanti; mettersi alla prova con qualche esercizio; e infine soffermarsi sulle domande che si sbagliano, soprattutto quelle apparentemente ambigue. Un consiglio per il giorno del test è accettare di essere in ansia senza farsi prendere dalla fretta. Un eventuale fallimento va elaborato, quindi "ok a qualche giorno di lacrime. Nel frattempo, però, bisogna ragionare in termini di 'problem solving': riflettere sul da farsi senza perdere tempo". In caso si rilevassero anomalie, vi è la possibilità di un ricorso.
    (ANSA).
   

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