(ANSA) - ROMA, 29 OTT - "Superconnessi", i giovani di oggi
sono in realtà scollegati dal prossimo, ma dare la colpa alle
nuove tecnologie digitali, ai social e alle chat è solo un modo
per distogliere l'attenzione dalla necessità di educarli. In
primis occorre insegnare loro a connettersi veramente con il
prossimo, riconoscendolo e rispettandolo. Lo spiega all'ANSA lo
psicoterapeuta Domenico Barrilà, autore del libro "I
superconnessi, come la tecnologia influenza le menti dei nostri
ragazzi e il nostro rapporto con loro" (URRA Feltrinelli), che
aggiunge: il problema parte dagli adulti, gli stessi che, pur
lamentando l'uso eccessivo di smartphone e web dei propri figli,
mostrano di non avere controllo sul loro rapporto con i
dispositivi digitali. "I figli imparano dai nostri
comportamenti, non dalle parole, è impossibile portarli dove noi
stessi non sappiamo arrivare - spiega Barrilà - dunque un
genitore che utilizzi in modo immaturo gli strumenti digitali
perde autorevolezza e lede le sue chance di correggere i figli".
"I giovani nell'ansia di voler essere costantemente
'connessi', trasferiscono il bisogno di "legami" - continua
l'esperto. Quindi più che mettere sotto accusa le nuove
tecnologie, dovremmo preoccuparci di munire i figli di solidi
sentimenti comunitari".
"La Rete - precisa - è un caso particolare di vita sociale,
che rivela perfettamente, magari esasperandoli, gli orientamenti
profondi dei nostri figli. Dice chi siamo veramente. Sui social
i ragazzi veicolano l'immagine che si sono fatti di sé,
drammatizzano, come in una recita, ciò che credono di essere".
Tuttavia in Rete si agisce senza investire il proprio volto, la
propria corporeità, dunque in modo molto più disinibito, col
rischio di smettere di rispettare la sensibilità e lo spazio
altrui. Ma non serve "disconnettere" i figli dal mondo digitale,
piuttosto, conclude, è ora di riappropriarsi della nostra
responsabilità educativa favorendo in loro lo sviluppo dello
spirito cooperativo per salvarli dagli eccessi. (ANSA).
I giovani sono 'superconnessi' ma scollegati dal prossimo
Esperto, vero problema è una carenza educativa,non le tecnologie