Rubriche

Schillaci, 'diffondere gli studi di fattibilità precoce innovativi"

Accelerazione sull'accesso dei pazienti ai dispositivi medici

Schillaci, 'diffondere gli studi di fattibilità precoce innovativi"

Redazione Ansa

Gli studi di fattibilità precoce, “consentendo di disporre di un determinato set di informazioni con un buon margine di anticipo rispetto all’avvio delle attività di indagine clinica vera e propria, forniscono elementi di sicurezza e di efficacia che possono rivelarsi fondamentali per comprendere se è utile avviare la successiva sperimentazione e in caso  come strutturarla in maniera adeguata. E’ un’attività che si traduce in tempestiva individuazione di dispositivi innovativi e accelerazione dell’accesso dei pazienti a queste tecnologie e con potenziali benefici anche in termini di sostenibilità”.

Lo spiega il ministro della Salute Orazio Schillaci, nel suo intervento all’evento “Early Feasibility Studies (EFS) per i dispositivi medici in Italia: una via possibile?”, in cui vengono presentati i risultati di un progetto di studio di fattibilità precoce su un dispositivo medico in ambito neurologico. Il progetto è frutto dello sviluppo di interlocuzioni fra il Ministero della salute e la Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli Irccs, capofila di un raggruppamento di cui fanno parte anche Crea sanità e il Crispel (Centro di Ricerca Interdipartimentale per gli Studi Politico-costituzionali e di Legislazione comparata). Quella degli studi di fattibilita è’ per il ministro “una metodologia innovativa, ancora poco utilizzata in Italia, che invece in altri contesti costituisce una realtà consolidata. L’auspicio è che proprio a partire da questo progetto, gli studi di fattibilità precoce possano trovare adeguate e future collocazioni anche in Italia”.

“Credo che - prosegue Schillaci -, l’approccio sperimentato per questo progetto sia una buona pratica da promuovere e incoraggiare.  Un’istituzione come il Ministero della salute, quando se ne ravvisano i presupposti e nel rigoroso rispetto dei diversi ruoli, deve interfacciarsi in maniera proattiva con i diversi interlocutori per far sì che le relative attività siano condotte in coerenza e, anzi, in prospettiva di sviluppo con gli obiettivi del Servizio Sanitario Nazionale”.

"Ulteriore elemento di interesse è anche l'oggetto dello studio - aggiunge-: un dispositivo medico per la riabilitazione domiciliare di pazienti neurologici affetti da diverse patologie (Parkinson, Ictus stabilizzato e sclerosi multipla), che permette di svolgere, in modo guidato, in autonomia e sicurezza diversi esercizi direttamente presso il proprio domicilio. Inoltre, aspetto non secondario, il paziente riceverà un feedback in tempo reale sulla correttezza del movimento svolto". "Una virtuosa collaborazione inter-istituzionale- conclude -oggi ci consegna uno studio che si inserisce appieno in quel modello di sanità a cui tutti stiamo lavorando: una sanità sempre più vicina al paziente, consentendogli di affrontare la malattia utilizzando quanto di meglio il sistema può offrire". 

Leggi l'articolo completo su ANSA.it