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Gimbe, 'poca trasparenza su fondi sanitari, urge un riordino'

"Sono diventati uno strumento di privatizzazione della sanità"

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 15 SET - "A fronte di un netto aumento degli iscritti ai fondi sanitari, il settore della sanità integrativa, che include le forme di welfare aziendale, è tra i meno trasparenti della sanità". Negli anni, "deregulation e scarsa trasparenza" lo ha reso "uno strumento di privatizzazione della sanità". Lo ha detto Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, ascoltato in Commissione Affari sociali del Senato nell'ambito dell'Indagine conoscitiva su forme integrative di assistenza sanitaria.
    Ecco perché, ha detto, "è inderogabile un riordino normativo, idealmente un Testo unico in grado di restituire alla sanità integrativa il suo ruolo, ovvero rimborsare prevalentemente prestazioni non incluse nei Livelli essenziali di assistenza, per riappropriarsi della funzione di supporto al Servizio Sanitario Nazionale".
    "Le potenzialità dei fondi sanitari nel fornire prestazioni integrative e ridurre la spesa a carico dei cittadini - ha spiegato Cartabellotta - oggi sono poi sempre più compromesse da una normativa frammentata e incompleta, una deregulation che ha permesso da un lato ai Fondi di diventare prevalentemente sostitutivi di prestazioni già incluse nei livelli essenziali di assistenza mantenendo le agevolazioni fiscali".
    Le stime di Itinerari Previdenziali riportano l'esistenza, nel 2021, di 321 fondi sanitari e casse con oltre 15,6 milioni di iscritti. Nel 2022 la spesa sanitaria intermediata da fondi e assicurazioni ammonta a quasi 4,7 miliardi "ma i dati disponibili sono frammentati e incompleti". Inoltre, ha concluso Cartabellotta, manca trasparenza: visto che "l'Anagrafe dei Fondi Sanitari Integrativi istituita presso il ministero della Salute non è pubblicamente accessibile" e il report del ministro è "basato su un dataset molto limitato". (ANSA).
   

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