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Long Covid,ambulatorio Ini Veroli per 'Oscar' sanità privata

Cerimonia domani a Lisbona. Il Gruppo è nel Lazio e in Abruzzo

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 22 GIU - L'ambulatorio Long Covid attivato a febbraio del 2021 nella struttura 'Città Bianca' di Veroli (Frosinone) dal gruppo Ini presente nel Lazio e in Abruzzo è candidato agli 'Oscar' della sanità privata in Europa: l'Italia sarà così rappresentata domani a Lisbona, nel corso della cerimonia di premiazione degli European Private Hospital Awards.
    La struttura di Veroli è candidata ad essere riconosciuta tra i progetti migliori nella categoria 'Best patient-focused initiative' per l'ambulatorio integrato Post Covid. L'innovativa metodologia è stata avviata nel febbraio 2021 "con intuito e lungimiranza quando ancora il Long Covid non era ancora considerato con l'attenzione che ha oggi", si legge in una nota.
    Ad oggi tantissimi pazienti sono in cura nella struttura di Veroli da tutto il Centro-Sud Italia, con manifestazioni di interesse e di contatto anche dal Nord e dall'estero, per l'inquadramento e il trattamento delle patologie post Covid.
    "Siamo davvero orgogliosi di questo invito - afferma Cristopher Faroni, direttore Generale del Gruppo Ini - che già di per sé rappresenta un importante riconoscimento per tutti noi e per l'operato del nostro team. Quando abbiamo avviato il progetto, le patologie invalidanti che riguardavano migliaia di pazienti che avevano contratto il virus erano una realtà senza nome e il Long Covid era ancora semi sconosciuto mentre oggi è ormai un'emergenza conclamata. Siamo stati pionieri, fieri di aver potuto assistere una moltitudine di pazienti provenienti da tante aree del Paese e di rappresentare l'Italia in questa manifestazione internazionale".
    L'ambulatorio integrato Post Covid, coordinato dal Fernando Lunedi, nasce dall'esperienza dell'Unità operativa di Medicina Covid, diretta dal Dott. Carmine Romaniello. "Quella del Long Covid è una realtà quanto mai attuale e destinata a crescere, come hanno dimostrato recenti studi britannici e cinesi e che deve far tenere la guardia alta anche alla luce della sempre maggiore diffusione delle nuove varianti Omicron", conclude la nota. (ANSA).
   

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