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Vaccini: Gimbe, negli ultimi 7 giorni 4,5 milioni, mai così tanti

Segnali rallentamento epidemia ma decessi in rapida salita

Vaccini: Gimbe, negli ultimi 7 giorni 4,5 mln,mai così tanti

Redazione Ansa

"Nell'ultima settimana abbiamo sfondato il tetto dei 4,5 milioni di somministrazioni settimanali tra prime, seconde e terze dosi, è un numero che non avevamo mai raggiunto prima". Lo ha detto Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione Gimbe, su Radio Cusano Campus, aggiungendo che "il capitolo vaccinazione ha solo buone notizie, si sta accelerando su tutti i fronti".

Il numero dei nuovi vaccinati, ha precisato, "è 542mila, di questi circa la metà appartiene alla fascia 5-11 anni, la bella sorpresa è che i nuovi vaccinati sopra i 12 anni sono quasi 275mila e ben 137mila sono over 50, questo significa che la definizione dell'obbligo vaccinale qualche risultato lo ha determinato. Sono tutte notizie che la campagna vaccinale procede in maniera abbastanza serrata. Le terze dosi, a parte i giorni festivi, si mantengono oltre i 580mila a settimana".

"Si vedono segnali importanti di rallentamento dell'epidemia in Italia e alla domanda se siamo arrivati al picco, la risposta potrebbe essere ni" mentre "rispetto al numero dei casi, oltre 2 milioni di attualmente positivi, la situazione ospedaliera sembra essere sostanzialmente sotto controllo". Purtroppo, invece, "la curva dei decessi è in ripida salita e sarà l'ultima a scendere. Ci siamo un po' assuefatti, ma oltre 300 morti al giorno è un numero enorme". Così Nino Cartabellotta. Il tasso di positività dei tamponi molecolari, ha precisato, "è sceso, mentre quello degli antigenici è stabile intorno al 15%. Questo è conseguenza del fatto che abbiamo situazioni differenziate da Regione a Regione. Aspettiamo che questo rallentamento si consolidi, anche perché in tanti sono tornati al lavoro e a scuola da pochi giorni dopo le feste". Sulla distinzione nel bollettino covid tra positivi asintomatici e malati ha detto: "dobbiamo ricordare che questa malattia è multisistemica, quindi definire lo status asintomatico è molto complesso, specialmente nei pazienti che hanno molte malattie. Se uno entra in ospedale da positivo asintomatico, la positività può far sì che contagi gli altri malati. Da un punto di vista pratico non capisco come possano essere gestiti questi pazienti asintomatici senza un aumento del personale e una diversa organizzazione degli ospedali". L'impressione, conclude, è "che sia una discussione di lana caprina, che non ha un impatto reale sull'occupazione degli ospedali. Se il problema è il sistema delle regioni a colori allora eliminiamolo e ogni Regione si prenda la totale responsabilità della gestione".

    

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