(ANSA)- ROMA, 14 GEN - "Non riuscivo più a parlare. Proprio
io, che sapevo solo parlare: non potevo dire nemmeno i nomi dei
miei figli". Così il giornalista e conduttore Rai Andrea
Vianello ha descritto su Twitter le conseguenze legate a un
ictus cerebrale che lo ha colpito il 2 febbraio dello scorso
anno, presentando un libro relativo a questa difficile
esperienza, "Ogni parola che sapevo", in uscita per Mondadori.
Alice Italia Odv, l'Associazione per la Lotta all'Ictus
Cerebrale, ricorda che quasi 150 mila italiani vengono colpiti
ogni anno da ictus cerebrale e la metà dei superstiti rimane con
problemi di disabilità anche gravi. L'associazione spiega anche
che proprio tra le conseguenze più disabilitanti, che hanno un
impatto devastante sulla vita quotidiana, sull'autonomia, sulle
relazioni, c'è sicuramente l'afasia, un disturbo del linguaggio
causato da lesioni in particolari aree della corteccia cerebrale
dell'emisfero dominante (prevalentemente il sinistro), sede
della funzione del linguaggio. Alcune persone afasiche hanno
difficoltà quando devono esprimersi verbalmente mentre può
rimanere intatta la capacità di comprendere il linguaggio;
altre, invece, quando si tratta di comprendere quello che viene
loro detto. Per la persona con afasia può essere difficile
riuscire a seguire discorsi veloci, trovare le parole adatte da
dire o comprendere frasi molto lunghe e complesse. Alice Italia
spiega che chi si trova a vivere con una persona afasica deve
innanzitutto capire che convivere con un disturbo così grave può
determinare cambiamenti di umore anche importanti e repentini e,
quindi, sarebbe opportuno avere un atteggiamento rassicurante e
positivo. La difficoltà di linguaggio non va interpretata come
"rifiuto di parlare". Fondamentale è l'approccio riabilitativo,
centrato anche ad esempio sulla famiglia. Il lavoro più intenso
è quello svolto nell'arco dei primi 12 mesi. Oltre a quelli
sperimentati, come la logopedia,c'è un altro strumento
riabilitativo che sta emergendo: la musicoterapia. In Italia, le
persone che hanno avuto un ictus e sono sopravvissute, con esiti
più o meno invalidanti, sono oggi circa 1 milione, ma il
fenomeno è in crescita.(ANSA).