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Il Friuli impugna il Dl Calabria, no ai tagli sui costi del personale

Docenti calabresi a Zingaretti, nuovo Governo lo modifichi

Palazzo del Lloyd, sede della Regione Friuli

Redazione Ansa

 La Regione Friuli Venezia Giulia impugnerà il decreto Calabria, convertito in legge dal Parlamento, che "obbliga le Regioni autonome a mantenere il taglio dei costi del personale" della sanità, "mentre per le Regioni a statuto ordinario questo vincolo non si pone". Lo ha stabilito oggi la Giunta regionale.
    "Il taglio dell'1% dei costi del personale della sanità è inaccettabile - ha affermato l'assessore Fvg alla Salute, Riccardo Riccardi - e non è solo questione di soldi: va contrastata una disposizione dello Stato in un ambito che qualifica l'autonomia del finanziamento del servizio sanitario del Friuli Venezia Giulia. Il decreto Calabria mette le Regioni su due piani: le ordinarie senza alcuna limitazione e le speciali costrette al taglio. Questo non è condivisibile".
    Secondo Riccardi, il ricorso alla Corte Costituzionale "è un atto dovuto a salvaguardia dell'autonomia regionale e dell'equilibrio del nostro Servizio sanitario". 

Dl Calabria: docenti calabresi, nuovo Governo lo modifichi 

Un gruppo di 16 docenti delle tre università calabresi ha scritto al segretario del Pd, Nicola Zingaretti, chiedendogli di impegnarsi perché il nuovo Governo modifichi il Decreto Calabria varato dall'esecutivo espressione della maggioranza M5S-Lega. Secondo quanto sostengono i docenti nell'appello al segretario Dem, "le misure contenute nel decreto si sono dimostrate inadeguate e insufficienti". "Comprendiamo le difficoltà - affermano i firmatari della lettera a Zingaretti - che sono alla base della trattativa per la formazione del nuovo Governo. La nostra volontà é di contribuire alla rinascita della nostra amata regione e di ridare ai calabresi quanto la Costituzione impone comunque e ovunque, tranne che nella nostra terra. L'occasione può essere determinata dalla 'rinegoziazione' del contenuto del Decreto Legge 35, poi convertito in legge, inteso a risolvere i mali organizzativi della sanità calabrese. È stata la sua attuazione a dimostrare l'inadeguatezza del provvedimento e delle soluzioni, che tali non sono, atteso che, a quattro mesi di distanza dalla sua pubblicazione, il Servizio sanitario regionale è in preda allo sgomento e alla desolazione". Evidenti anche l'incostituzionalità gravi e diffuse presenti nel Decreto, alcune delle quali violentano irrimediabilmente l'autonomia riservata dalla Carta alle Regioni, mentre altre sono in palese violazione delle norme, costituzionali e attuative, che assicurano l'uniformità dei Livelli essenziali di assistenza e regolano la formazione composita del Bilancio dello Stato e l'obbligo di concorso delle Regioni all'equilibrio economico e alla sostenibilità del debito pubblico". "A ben vedere, esimio Segretario - conclude la lettera -, esistono ragioni di diritto del più alto rango e di merito, per far in modo che la formazione del nuovo Governo costituisca l'occasione per garantire ai calabresi livelli essenziali di assistenza sino ad ora mai percepiti. Evitando che ciò possa reiterarsi nei confronti delle altre regioni, specie di quelle che si trovano nello stesso stato di precarietà vissuto dalla Calabria". 
   

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