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Hiv, raggiunti con un anno anticipo obiettivi cure Sudafrica

Medici senza frontiere, risultato porterà a riduzione infezioni

Redazione Ansa

Medici Senza Frontiere (MSF) ha raggiunto in Sudafrica con un anno di anticipo gli obbiettivi di trattamento 90-90-90 fissati dall'UNAIDS. Secondo il protocollo entro il 2020 infatti il 90% di tutte le persone con l'HIV dovevano conoscere il loro stato, il 90% di tutte le persone con infezione da HIV diagnosticata doveva ricevere una terapia antiretrovirale e il 90% di tutte le persone in terapia la carica virale doveva essere soppressa.

 "Un risultato - sottolinea MSF in una nota - che porta con sé una significativa riduzione del numero di persone che possono trasmettere il virus e un abbattimento del tasso di infezione". "Nei primi giorni del progetto - racconta Musa Ndlovu, vice coordinatore del progetto di MSF ad Eshowe - era impossibile anche solo immaginare di parlare di HIV. Oggi fermano i nostri fuoristrada per fare il test per l'HIV". In Sudafrica, nel cuore dell'epicentro delle epidemie di HIV, tubercolosi e tubercolosi resistente ai farmaci, una persona su 4 vive con HIV.

Da un'indagine sugli interventi nelle comunità di Eshowe, KwaZulu Natal è emerso che si è raggiunto un livello perfino migliore: 90-94-95. Un risultato, sottolinea MSF, frutto di una stretta collaborazione tra le istituzioni locali, sanitarie e i membri della comunità. La difficoltà maggiore ora e ottenere gli stessi risultati tra gli uomini, più vulnerabili al virus e meno inclini al trattamento. "Più della metà dei giovani uomini tra i 15 e i 29 anni con l'HIV - conclude Laura Trivino, Coordinatore medico MSF per il Sudafrica - non sono ancora in cura. Speriamo che i risultati ottenuti finora aiutino a focalizzare le nostre energie collettive per raggiungere questi gruppi, che restano i più vulnerabili all'HIV". 
   

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