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Povertà anticipa pubertà, rischio quadruplo per i maschi

Doppio per femmine, risposta evolutiva a traumi e difficoltà

Povertà anticipa pubertà, rischio quadruplo per i maschi

Redazione Ansa

I bambini che crescono in stato di povertà hanno una probabilità molto maggiore di entrare in pubertà più presto dei coetanei che vivono in migliori situazioni economiche. Un fenomeno che colpisce più i maschietti, che hanno un rischio quattro volte maggiore di raggiungere la pubertà già a 10 o 11 anni. Le bambine che crescono in condizioni di svantaggio hanno una probabilità doppia di entrare in pubertà più presto delle altre.

 Le sorprendenti conclusioni vengono da uno studio del Murdoch Children's Research Institute di Melbourne, pubblicato sull'American Journal of Pediatrics. E aiutano a spiegare perché i bambini svantaggiati siano più a rischio di contrarre più tardi nella vita problemi di salute, emotivi, comportamentali e sociali. Ai genitori di 3700 bambini è stato chiesto di annotare segni di pubertà nei figli, alle età da 8 a 9 anni e da 10 a 11 anni, come scatti di crescita fisica, peli pubici e cambiamenti nella pelle, oltre a crescita del seno e mestruazioni per le ragazze, voce più profonda e peli facciali per i ragazzi. Nella media è emerso che hanno raggiunto la pubertà più presto che nei decenni passati circa il 19% dei ragazzi e il 21% delle ragazze. Tra i bambini di famiglie gravemente svantaggiate le proporzioni tuttavia salgono al 36% per i maschi e al 33% per le femmine, mentre tra le 'famiglie medie' le proporzioni sono del 20% per i maschi e del 21% per le femmine. I risultati suggeriscono che l'inizio anticipato della pubertà sia una risposta evolutiva a traumi e difficoltà, scrive l'autrice dello studio, la specialista di salute nell'adolescenza Ying Sun. "Quando si cresce in condizioni difficili, si ha un maggiore rischio di morte prematura. E i bambini possono essere programmati per iniziare prima il processo riproduttivo, per assicurare che i propri geni siano trasmessi alla prossima generazione. Gli esseri umani sono molto sensibili ad ambienti disagevoli nell'infanzia", aggiunge.
  

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