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Ministero, ok importazione farmaci per uso personale

Tra questi pure medicinali innovativi come quelli contro epatite. Lorenzin, rimosso ostacolo per effettività cure

Ministero, ok importazione farmaci per uso personale

Redazione Ansa

ROMA - Sarà possibile importare dall'estero farmaci destinati ad un uso personale, con la prescrizione del medico, non autorizzati in Italia. Lo prevede una circolare del ministero della Salute. L'importazione - ad oggi non prevista - sarà possibile anche nel caso in cui il farmaco sia autorizzato in Italia ma con diverso dosaggio, se il paziente non rientra nelle categorie per cui l'erogazione è prevista dal Ssn o per motivi legati all'eccessivo costo. In questione, i super farmaci - come per l'epatite - ed i prodotti di ultima generazione.
   

Lorenzin, rimosso ostacolo burocratico per effettività cure
ROMA - "Si è chiarito che non può sussistere una valida alternativa terapeutica per il paziente italiano quando il farmaco autorizzato in Italia non è effettivamente accessibile a tutti, in quanto troppo costoso, come avviene con i farmaci contro l'epatite C e gli altri farmaci innovativi. Pertanto, abbiamo rimosso un odioso ostacolo burocratico sulla via della libertà ed effettività delle cure". Lo afferma il ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, in merito alla circolare che autorizza l'import di farmaci ad uso personale.

"Nelle ultime settimane - rileva Lorenzin in una nota - abbiamo avuto molte segnalazioni su farmaci che regolarmente importati da pazienti italiani per esigenze personali di cura venivano bloccati in Dogana, anche se si trattava di farmaci legalmente autorizzati in un Paese estero, sebbene non autorizzati in Italia. La Dogana bloccava questi farmaci sulla base di una interpretazione restrittiva della normativa vigente, ritenendo, contro l'evidenza scientifica, che fossero identici due farmaci anche se vi fosse diversità di dosaggio".

I farmaci venivano dunque bloccati dalla Dogana, sottolinea il ministro, sulla base dell'interpretazione che "fossero identici due farmaci anche se vi fosse diversità di dosaggio, eccipienti, modalità di somministrazione". "Con la mia circolare - afferma Lorenzin - questo è stato chiarito. Ma soprattutto si è chiarito che non può sussistere una valida alternativa terapeutica per il paziente italiano quando il farmaco autorizzato in Italia non è effettivamente accessibile a tutti, in quanto troppo costoso, come avviene con i farmaci contro l'epatite C e gli altri farmaci innovativi".

 

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