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Tecnologie sanitarie, i 10 maggiori rischi per il 2017

Report presentato da ingegneri clinici, obiettivo più sicurezza

Tecnologie sanitarie, i 10 maggiori rischi per il 2017

Redazione Ansa

 Allarmi che possono non scattare, pulizia non perfetta degli strumenti, errori di impostazione: le tecnologie sanitarie possono anche generare rischi ed errori, se soggette a scarsa manutenzione o non correttamente utilizzate.
    L'istituto americano ECRI (Emergency Care Research Institute), creato negli anni '60 a Philadelphia, dedica la sua azione internazionale proprio ad analizzare i rischi legati all'uso delle tecnologie sanitarie, ponendole in stretta relazione con la sicurezza dei pazienti. Ogni anno ECRI pubblica il suo Health Technology Hazard, report che offre agli operatori la sintesi dei dieci rischi più attuali tra quelli legati alle tecnologie sanitarie. Per l'Italia il report ECRI è pubblicato dall'Associazione Italiana Ingegneri Clinici, che ha con l'Istituto una relazione di stretta collaborazione finalizzata allo sviluppo di progetti congiunti in ambito health-safety.
    Proprio AIIC, nella figura di Stefano Bergamasco (vicepresidente AIIC e partner di ECRI Institute), ha presentato oggi durante la Conferenza Nazionale sui Dispositivi Medici in corso a Roma, il documento ECRI sulla "Top 10 dei rischi legati alle tecnologie sanitarie per il 2017", che Lorenzo Leogrande (presidente Aiic) ha descritto come "uno strumento di uso immediato e di indirizzo per direzioni generali e sanitarie, management ospedaliero, personale sanitario, aziende fornitrici di strumenti e servizi. Il tutto al fine di alzare l'asticella dell'attenzione di sistema verso la tematica della sicurezza".
    I dieci "rischi tecnologici" del 2017 identificati da ECRI e presentati a Roma sono questi: 1. Gli errori di infusione possono essere fatali se vengono trascurate alcune semplici misure di sicurezza; 2. La pulizia inadeguata di strumenti riutilizzabili complessi può causare infezioni; 3. Non rilevare gli allarmi dei ventilatori può portare a danni ai pazienti; 4. Mancata rilevazione di depressione respiratoria indotta da oppiacei; 5. Rischi di infezione con dispositivi per riscaldamento-raffreddamento utilizzati in chirurgia cardiotoracica; 6. Le carenze nella gestione dei software mettono a rischio i pazienti e i loro dati; 7. Rischi di esposizione professionale a radiazioni nelle sale operatorie ibride; 8. Gli errori di impostazione e utilizzo degli armadi per la distribuzione automatizzata dei farmaci possono causare incidenti; 9. Uso improprio e malfunzionamenti delle suturatrici meccaniche chirurgiche; 10. Malfunzionamenti dei dispositivi dovuti a prodotti e metodi di pulizia. 
   

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