Salute denti e gengive

Cosa sono i Bifosfonati?

I bifosfonati sono farmaci che vengono utilizzati per la cura di diversi tipi di patologie ossee

Redazione Ansa

I bifosfonati sono farmaci che vengono utilizzati per la cura di diversi tipi di patologie ossee, da quelle oncologiche, quali le metastasi ossee e l’ipercalcemia maligna, a quelle di carattere infiammatorio,
come alcune forme di osteocondriti e per la cura di patologie osteometaboliche quali, l’osteoporosi, il morbo di Paget, l’osteogenesi imperfetta. Tra gli effetti collaterali indesiderati, l’assunzione di bifosfonati risulta essere correlata all’insorgenza dell’osteonecrosi dei mascellari che è una reazione avversa, farmaco correlata, che colpisce, appunto, l’osso mandibolare e/o mascellare di pazienti esposti al trattamento con ammino-bifosfonati (pregresso o in trattamento), in assenza di una precedente terapia radiante.
Fortunatamente l’incidenza di questo evento patologico, la BRONJ : Bisphosphonate Related OsteoNecrosis of the Jaws, seppure sia difficile da stimare, risulta, in ogni caso, piuttosto rara e quasi mai avviene in modo spontaneo, ma risulta, nella maggior parte dei casi, secondaria ad estrazioni dentarie, interventi chirurgici e a processi infettivi a carico delle ossa mascellari. Alla domanda se i pazienti che assumono bifosfonati possono essere sottoposti a terapia implantare, in base alla revisione dei dati fornitici dalla letteratura non emergono delle certezze, ma delle raccomandazioni cliniche. I pazienti oncologici non sono indicati alla terapia implantare per diversi motivi tra cui il fatto che molto spesso oltre ai bifosfonati assumono altri farmaci quali ad esempio i corticosteroidi che di per se costituiscono un altro fattore di rischio assommabile. I pazienti che assumono bifosfonati per altre cause possono, invece, essere sottoposti all’inserimento di impianti con una ragionevole sicurezza. In particolare, sembra che i pazienti che assumono bifosfonati da un periodo inferiore ai tre anni abbiano un rischio molto basso e che tale basso rischio permanga entro terapie della durata di cinque anni. In ogni caso, risulta consigliato sospendere l’assunzione di questi farmaci almeno tre mesi prima dell’intervento chirurgico. Possiamo concludere,quindi che:
- anche se poco frequente, l’associazione tra il fallimento implantare ed assunzione di bifosfonati non può essere ignorata e che i clinici devono essere a conoscenza dei possibili rischi nel trattare questi pazienti.
- i risultati presentati in letteratura mostrano come i fallimenti implantari nei pazienti che assumono bifosfonati abbiano una incidenza minima.
- gli impianti inseriti in pazienti che assumono bifosfonati possono osteointegrarsi e rimanere funzionalmente stabili.

 

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