Salute denti e gengive

Perchè avvengono le recessioni gengivali

Risponde Francesco Cairo, Presidente Eletto SIdP

Prof. Francesco Cairo, Presidente Eletto SIdP

Redazione Ansa

Numerosi pazienti si rivolgono al dentista perché le proprie gengive “si stanno ritirando”. Questo processo di distruzione della gengiva, con esposizione della superficie della radice e conseguente allungamento del dente, viene definito recessione gengivale. E’ un evento che può avvenire su tutte le superfici del dente, ma è molto frequente sulla parte esterna, e rappresenta una perdita dell’attacco dei tessuti parodontali, cioè circostanti ai denti.

Le cause di questa situazione clinica, altamente frequente nella popolazione, possono essere sostanzialmente due: un gruppo di recessioni sono conseguenza di una malattia definita parodontite; un altro gruppo invece non sono conseguenza di una malattia, ma di una perdita localizzata della gengiva. Nel primo caso la recessione gengivale coinvolge spesso le superfici interdentali, creando esteticamente dei buchi neri tra i denti, e può essere solo uno dei diversi segni clinici caratterizzanti la parodontite: puo’ infatti coesistere insieme ad altri segni e sintomi frequenti come sanguinamento gengivale, alitosi, infezioni acute (ascessi) delle gengive e mobilità dentale.

E’ fondamentale fare diagnosi di parodontite, perché questa malattia, se non trattata, determina una distruzione progressiva dei tessuti parodontali, fino alla perdita dei denti. Una diagnosi precoce quindi consentirà, grazie ad una terapia semplice, la stabilizzazione della malattia con la conseguente possibilità di mantenere i propri denti a lungo termine. Nel caso in cui la recessione gengivale non sia conseguenza della parodontite, questa non coinvolge le superfici interdentali ma quelle esterne, rivolte verso le labbra e guance, creando esteticamente la sensazione di dente allungato. In questo caso il processo di distruzione è causato da due condizioni, una predisponente ed una modificante.

La condizione predisponente è la presenza di un tessuto gengivale molto sottile. La gengiva che copre il dente infatti può essere più o meno spessa, e avere una gengiva più o meno sottile può derivare da un fattore genetico ma può essere anche conseguenza di un precedente trattamento ortodontico. La condizione modificante, che agisce su quella predisponente, è invece la presenza di un trauma ripetuto vicino al margine gengivale, come ad esempio quello derivante da uno spazzolamento giornaliero troppo vigoroso dei propri denti, dalla presenza di un piercing, oppure dalla persistenza di placca batterica. E’ infatti comune che il paziente, nonostante la costante igiene orale domiciliare, non riesca ad eliminare efficacemente la placca batterica vicino al margine gengivale perché il dente è malposizionato oppure perchè è presente un restauro del dente non preciso proprio in vicinanza del margine gengivale sottile.

In questi casi il primo intervento è quello di eliminare il fattore modificante, ovvero istruire il paziente e supportarlo nel cambiamento della tecnica di spazzolamento, rendendola efficace ma atraumatica. Il rifacimento di restauri non precisi aiuta a rendere più semplice l’igiene orale domiciliare del paziente in quella zona. Solo in un secondo momento si valuterà la necessità di ricostruire la gengiva persa, mediante interventi di chirurgia plastica effettuati dallo specialista in parodontologia

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