Salute denti e gengive

Cosa chiedere al tuo dentista prima di un impianto

Risponde il dottore Federico Ausenda (Sidp)

Federico Ausenda (Sidp)

Redazione Ansa

La perdita di un dente per trauma, carie o eccessiva mobilità costituisce un evento spiacevole che pone il paziente davanti al dilemma di come sostituire l'elemento perso. Da diversi anni ormai, non siamo più costretti a limare i due denti adiacenti per ricevere un ponte; gli impianti dentali infatti costituiscono oggi la soluzione d'elezione, meno invasiva, per ripristinare in maniera predicibile ed efficace la funzione e l'estetica di un dente andato perduto.
    Un paziente candidato a ricevere un impianto dentale si rivolge al proprio odontoiatra spesso con una serie di dubbi e incertezze. Ci si domanda tra le altre cose, quale sarà la durata dell'intervento, se sarà doloroso, se verranno utilizzati dei punti di sutura, se potrà essere messo immediatamente un dente fisso o se ci sia un rischio di "rigetto".
    La maggiore fruibilità delle informazioni ha contribuito, anche in campo odontoiatrico, da un lato a rendere la popolazione più consapevole delle opzioni terapeutiche, dall'altro rischia di creare ancora più confusione, soprattutto laddove non si sia in grado di distinguere l'autorevolezza delle fonti. I pazienti si ritrovano a dover ragionare con termini poco comprensibili ai non addetti ai lavori come "carico immediato", "all on four", "chirurgia guidata", "impianti flapless", "rigenerazione ossea".
    Talvolta esiste la concezione che la sostituzione di un dente andato perduto con un impianto dentale sia una soluzione per la vita, invece anche gli impianti proprio come i denti naturali possono ammalarsi nel corso del tempo. È per questo che è molto importante che ogni paziente con impianti venga poi inserito all'interno di un percorso di terapia di mantenimento.
    Gli impianti dentali hanno percentuali di successo molto elevate, recenti studi mostrano che l'osteointegrazione, il processo con cui un impianto "si fissa" nell'osso, avviene senza complicanze in oltre il 95% dei casi. Ci sono però fattori come la parodontite non curata, la scarsa igiene orale, il diabete non controllato o il fumo, che sappiamo influenzare negativamente la salute delle gengive sia intorno ai denti che intorno agli impianti.
    Per questo motivo è importante affidarsi ad un odontoiatra che vada a valutare lo stato di salute generale del paziente, la salute del cavo orale, delle gengive, il volume osseo (attraverso radiografie standard bidimensionali o con una TAC cone beam) determinando di conseguenza i tempi e i modi più appropriati per la riabilitazione. Non esiste una soluzione che vada bene per tutti, in alcuni casi, per alcuni pazienti, sarà possibile inserire un impianto dentale con un dente fisso lo stesso giorno dell'estrazione, in altri, sicuramente nei pazienti con parodontite o con limitata disponibilità di osso potrebbe essere necessario differire il posizionamento di impianti solo dopo avere curato la parodontite o rigenerato l'osso con terapie che possono durare anche diversi mesi.
    Sostituire un dente mancante con un impianto dentale è un processo altamente predicibile che deve però essere vissuto come uno step del percorso di cura della salute del proprio cavo orale e quindi del proprio corpo e non può essere inteso come l'acquisto di un bene al pari di un'automobile: la sostituzione di un dente con un impianto va programmata partendo da una visita accurata, già sapendo che una volta posizionato il nuovo manufatto saranno necessari periodici "tagliandi" per mantenere negli anni un sorriso sano e per evitare che altri denti possano essere persi. 
   

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