(ANSA) - ROMA, 01 APR - Gestire un ospedale rurale in Africa,
cercando di renderlo ecologico e sostenibile, fino a farlo
diventare un esempio di organizzazione sanitaria a basso costo.
Questo il progetto che vede impegnato Massimo Migani,
odontoiatra riminese di 44 anni, oggi direttore dell'ospedale di
piccola città dello Zimbawe, che ha raccontato la sua esperienza
durante la lettura inaugurale del 22/mo congresso della Società
italiana di Parodontologia e Implantologia (Sidp).
Nato a Rimini nel 1977 e laureato in odontoiatria
all'Università di Bologna, durante un primo viaggio di
volontariato in Africa, Migani conosce Marilena Pesaresi,
all'epoca direttrice dell'ospedale Luisa Guidotti di Mutoko: è
il 2005 e questo è l'inizio di un cammino che lo porterà a
spendere la propria vita come missionario diocesano. "In Zimbawe
- racconta all'ANSA - la mancanza di disponibilità economiche
portano le cure dentali in secondo piano, con la conseguenza che
una banale infezioni a un dente, se trascurata, può propagarsi
al resto dell'organismo e persino mettere al rischio la vita.
Manca la conoscenza dei rischi, l'igiene dentale è quasi
inesistente, le abitudini alimentari nelle aree rurali sono
spesso scorrette. Quindi sono frequenti sia carie che
parodontiti ma anche tumori che arrivano tardi alla diagnosi,
ascessi e infezioni legate alla alta prevalenza dell'Hiv. Nel
Distretto di Mutoko mancava un ambulatorio dentistico nel raggio
di 150 km - spiega Migani - quindi mi sono reso disponibile a
coordinarne la realizzazione presso l'ospedale".
Massimo torna in Zimbawe nel 2006 e nel 2007 per completare
l'avviamento del reparto di odontoiatria e renderlo operativo.
Nel 2008 vi si trasferisce a lavorare per un anno. Nel 2010,
riceve il mandato di missionario laico e si stabilisce
definitivamente a Mutoko, dove continua a lavorare a fianco
della dottoressa Pesaresi. Nel 2014 riceve da lei il testimone e
diventa direttore del Luisa Guidotti Hospital. "Un compito -
spiega - che porto avanti con poche risorse ma con fede e
determinazione, ispirandomi al concetto di One Health, ovvero
una salute completa di ambiente, animali e uomo. Nel 2019
abbiamo installato una tecnologia italiana per sterilizzare
rifiuti ospedalieri come guanti, lame o camici e abbiamo trovato
il modo di trasformarli in materiale inerte, da mescolare con
cemento e sabbie per creare pavimentazioni pedonali. Ora
l'obiettivo è riutilizzare i rifiuti biologici liquidi,
purificandoli per creare acqua per irrigare orti, così come
trasformare farmaci scaduti in fertilizzante mediante tecnologie
in fase di studio. Sempre con l'obiettivo di integrare la salute
dei pazienti allo sviluppo sociale ed economico, in un'ottica di
economia circolare e sostenibilità ambientale".
Tutto ciò è andato di pari passo a una riorganizzazione
dell'ospedale. Il risultato è una lezione di management
sanitario a ridotto impatto ambientale e all'insegna dell'etica
nelle cure. Oggi la struttura conta 21.000 accessi di pazienti
ogni anno, oltre 1.200 ricoveri, 700 parti (di cui circa 100
cesarei) e 1.500 prestazioni odontoiatriche. "La sfida -
conclude Migani - è promuovere un accesso universale alle cure e
farlo con poche risorse, o nulle, lavorando in squadra, con
obiettivi precisi e strategie manageriali: verifiche costanti,
target da raggiungere e superare di volta in volta".
Questa esperienza, spiega il presidente della Sidp Nicola
Marco Sforza, "ci ricorda i principi etici a cui ognuno dovrebbe
ispirarsi nella professione, come nella vita. La nostra società
scientifica, attraverso i propri soci, porterà un contributo
concreto per la formazione professionale dei colleghi africani
dell'ospedale di Mutoko e a favore dei tanti assistiti". (ANSA).
Ecologia e cure,in Zimbawe l'ospedale guidato da un italiano
Massimo Migani,curare insieme persone e l'ambiente in cui vivono