Bambini

Musicoterapia al Bambino Gesù, le note aiutano a guarire

Festa della Musica con pazienti, terapisti e volontari sul palco

Redazione Ansa

Un'orchestra di 30 elementi, grandi e piccoli, molti seguiti al Bambino Gesù, musicisti per un giorno. Si è celebrata così la Festa della Musica all'Ospedale Pediatrico Bambino Gesù, nell'ambito delle iniziative promosse dal Ministero della Cultura.
    Sul palco dell'ospedale in riva al mare, presso la sede di Santa Marinella, è salita l'Orchestra inclusiva Euterpe, un ensemble composto da bambini e ragazzi con disabilità accompagnati da ricercatori, terapisti, caregiver, volontari, musicisti amatoriali e professionisti con il compito principale di svolgere attività terapeutiche attraverso la musica. Il repertorio proposto alle famiglie dei bambini ha spaziato dalla musica classica a brani contemporanei e popolari, tra l'entusiasmo della platea e dei giovanissimi musicisti. A dirigere il gruppo, il maestro Tommaso Liuzzi, ricercatore e musicoterapeuta della Neuroriabilitazione del Bambino Gesù.
    "La musicoterapia - spiega Liuzzi - è parte integrante del processo di cura per tanti bambini dell'Ospedale: è una tecnica riabilitativa, scientificamente validata, per la stimolazione multisensoriale dei pazienti con disabilità motorie e neurologiche attraverso l'uso combinato, a seconda delle necessità di ciascuno, di suoni, musiche, immagini, aromi, oggetti, strumenti e luci".
    Il servizio di musicoterapia al Bambino Gesù è pensato per chi vive un percorso di cura in Ospedale a tutte le età, dai neonati agli adolescenti, ma anche a chi si prende cura di loro.
    La musicoterapia viene adattata all'età e alle esigenze di ciascun bambino grazie al lavoro di musicoterapisti esperti. Per questo le attività che si possono svolgere durante una seduta sono diverse: dall'accompagnamento durante procedure invasive, come tecnica di rilassamento, allo studio di uno strumento musicale; dall'attività di scrittura delle canzoni, all'improvvisazione e all'ascolto terapeutico con la rielaborazione delle emozioni. "Per la buona riuscita del lavoro - conclude Liuzzi - è fondamentale un lavoro di équipe, con psicologi, educatori, fisioterapisti, disfagisti e counselor".

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