Salute e Benessere

Investire in salute, richiesta trasversale da forze politiche

Castellone, vaccini e terapie non spesa corrente ma investimento

Investire in salute, richiesta trasversale da forze politiche

Redazione Ansa

"Quando parliamo di aumentare le risorse destinate alla salute, dobbiamo pensare a quello che spendiamo oggi come un risparmio per domani. Ad esempio, si possono studiare nuovi modelli di rendicontazione per alcune voci di spesa del bilancio pubblico, come quelle destinate alla prevenzione vaccinale e a terapie innovative. Si tratta, infatti, di una spesa corrente che esplica il proprio valore nel tempo, producendo benefici futuri". Questa la proposta di Maria Domenica Castellone, vice presidente del Senato, in occasione della quinta edizione dell'Inventing for Life Health Summit, evento organizzato da MSD Italia all'Ara Pacis a Roma, che ha visto a confronto istituzioni, clinici e pazienti.
"Investire in salute" è una richiesta trasversale che arriva da tutte le forze politiche. A chiedere un cambio di paradigma che consideri, in termini di allocazione di bilancio, un investimento ciò che ora viene considerato una mera spesa sanitaria, è Vanessa Cattoi (Lega), membro della Commissione Bilancio della Camera: "va in questa direzione - spiega - un ordine del giorno a mia firma, approvato nell'ambito dell'ultima manovra, volto a prevedere l'istituzione di un tavolo di lavoro interministeriale, con la partecipazione di Agenzia italiana del Farmaco, pazienti e clinici".
Dalle liste d'attesa alla medicina del territorio passando per la digitalizzazione, ha sottolineato Alessandro Cattaneo, capogruppo di Forza Italia alla Camera, "sono questioni complesse con cui la politica si deve misurare, alla luce di una nuova consapevolezza: ogni euro destinato alla sanità non va concepito come una spesa ma come un investimento nella salute degli italiani". "La pandemia - concorda Ugo Cappellacci, presidente della Commissione Affari Sociali della Camera - ha imposto il superamento di un approccio ragionieristico alla salute. Bisogna superare il numero chiuso nella Facoltà di Medicina ma anche definire una maggiore integrazione tra ospedale e territorio, con un incremento delle prestazioni domiciliari". Per farlo però, conclude Elena Bonetti (Italia Viva), membro della Commissione Affari sociali della Camera, "serve più personale e una riorganizzazione efficiente, a partire dalla necessità urgente di eliminare le liste di attesa. Il Pnrr, da solo, non può bastare".
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