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A Boston dal genoma un milione di dati al mese sui tumori

Al Broad Institute di Mit e Harvard, verso nuovi farmaci

Redazione Ansa

(di Manuela Correra) Mappare i geni, scoprire le loro mutazioni e capire quali di esse sono collegabili all'insorgenza del cancro. Al Broad Institute di Cambrigdge (Boston), uno dei maggiori centri di ricerca genomica e biomedica al mondo, che lavora in partnership con il Massachussetts Institute of technolgy (Mit) e l'Università di Harvard, si lavora ogni giorno a questo obiettivo, per contrastare le varie forme di cancro in modo sempre più efficace. Un lavoro enorme che si basa sull'utilizzo di oltre 2mila linee cellulari tumorali, anche di neoplasie rarissime, e che produce un milione di dati al mese.
    L'obiettivo, spiega William Sellers, direttore del Cancer Program al Broad Institute, in occasione di un media trip scientifico internazionale per visitare i laboratori dell'Istituto, "è arrivare ad una medicina sempre più personalizzata che agisca sulla singola mutazione genica che caratterizza una determinata forma di cancro". Ma per arrivare a questo, è richiesto un lungo lavoro. Il tessuto canceroso, spiega una giovane ricercatrice mostrando le cellule di un tumore al fegato prelevate da un bambino di pochi mesi, "viene coltivato in laboratorio; quindi ne viene analizzato il genoma e le mutazioni geniche presenti, ovvero i punti deboli che possono essere collegati al cancro, e una volta identificato il punto debole, che rappresenta il bersaglio da colpire, si iniziano a mettere a punto molecole terapeutiche ed a sperimentarle". Una sfida complessa, quella della ricerca di nuovi farmaci efficaci, che vede il Broad Institute avvalersi della collaborazione di varie istituzioni ed aziende, come il nuovo Bayer Research and innovation centre (Bric) di Cambridge (Boston). Risultati importanti stanno però arrivando, grazie ad un progetto, unico al mondo, avviato sempre dal Broad Institute: "Si tratta del progetto Prism-multiple cell line screening. E' una tecnologia all'avanguardia che permette lo screening rapido di migliaia di nuove molecole terapeutiche simultaneamente su oltre 900 modelli di linee cellulari tumorali provenienti da 45 sottotipi di tumore. Ciò usando un nuovo approccio definito Dna barcoding, che analizza la variabilità dei marcatori molecolari. Dal 2015, il progetto Prism ha permesso lo screening di oltre 30mila molecole terapeutiche. Tutto parte, dunque, dall'identificazione e lo studio delle mutazioni geniche, "perchè il cancro - ha affermato Matthew Meyerson, direttore di Cancer Genomics al Broad, "è una malattia del genoma, ma grazie alle ultime tecnologie oggi il genoma possiamo leggerlo, trovando bersagli molecolari su cui tarare terapie nuove". E' il caso del tumore al polmone, prima causa di morte per cancro nel mondo con oltre 1,7 milioni di decessi l'anno. Attualmente, spiega Meyerson, abbiamo in corso delle sperimentazioni cliniche per il tumore del polmone con mutazione del gene Egfr, mutazione presente in circa il 20% dei tumori polmonari non a piccole cellule". Lo studio è in partnerhip con il Bric: "L'auspicio - conclude Dominik Ruttinger, Global Head Research Oncology Bayer - è di arrivare alla messa a punto di un nuovo farmaco mirato contro questa specifica mutazione".

- CONTRO I TUMORI RADIOFARMACI, CURE BERSAGLIO E L'IA NEL CENTRO DI RICERCA BAYER A BOSTON, FARO SUL CANCRO DELLA PROSTATA

Terapie mirate con radionuclidi, farmaci a bersaglio e immunoterapia di nuova generazione, puntando anche all'utilizzo dell'Intelligenza artificiale. Nei nuovi laboratori di ricerca oncologica Bayer a Cambridge (Boston) nel Bayer Reasearch and Innovation Centre (Bric), oltre 40 ricercatori sono al lavoro per trovare nuove risposte terapeutiche contro il cancro, in collaborazione con start up e istituzioni accademiche come la il Broad Institute of Mit and Harvard. Con un investimento di 140 milioni di dollari, il Bric punta ad essere un hub di riferimento per la ricerca oncologica e l'innovazione. Oggi, sottolinea Dominik Ruttinger, Global Head Research Oncology Bayer, in occasione di un media trip internazionale per visitare i nuovi laboratori, "l'identikit dei pazienti è cambiato: sono più giovani, con diagnosi più precoci, ma aumentano quelli che sviluppano una resistenza alle terapie nel corso del tempo. C'è una popolazione di pazienti che sta rapidamente crescendo e cambiando e ci sono dei nuovi bisogni che necessitano di risposte". Per questo, afferma Sybil Williams, Head of Oncology research del Bric, "nei nostri laboratori puntiamo ad individuare in ricerca preclinica nuovi target molecolari per attaccare i tumori, per poi procedere allo sviluppo di molecole mirate. Oltre 20 i progetti in corso. Un terzo della nostra capacità di ricerca in oncologia si concentra qui". Il faro è puntato in particolare su alcune forme tumorali in crescita: i tumori genitourinari e tumore della prostata, tumori gastroeintestinali e tumore del polmone. In particolare, per il tumore della prostata, spiega Pedro Barata del Seidman Cancer Center di Cleveland (Usa), "per il 2024 sono attesi i risultati di un nuovo studio di fase 3 relativo alla molecola darolutamide in associazione. Il farmaco ha già dimostrato di ridurre del 30% il rischio di morte nei pazienti con tumore alla prostata non metastatico resistente alla castrazione, che sono ad alto rischio di metastasi". Si punta anche sulla terapia con il radionuclide 233 dicloruro, che ha evidenziato di prolungare la sopravvivenza nei pazienti con tumore alla prostata metastatico resistente con metastasi ossee, e per il 2024 sono attesi ulteriori dati di fase 3 sull'uso in combinazione. Si tratta di una radioterapia mirata in cui si usa una sostanza radioattiva per trattare il tumore, sfruttando la sua selettività nel legarsi solo alle cellule malate risparmiando così dall'irradiazione i tessuti sani. Altra area chiave è l'oncologia di precisione, con una molecola già approvata (larotrectinib) per il trattamenti dei tumori solidi caratterizzati da una particolare fusione genica (Ntrk). Ad essere sempre più utilizzata è anche l'Intelligenza artificiale: "L'Ia - afferma Ruttinger - vede ciò che non si vede. Da una semplice tac è ad esempio in grado di individuare le eventuali mutazioni geniche presenti nel tumore e questo permette di effettuare un primo screening sui pazienti e di velocizzare il loro accesso ai test genetici ed ai farmaci mirati". Al Bric, la parola d'ordine è però 'collaborare'. Per questo, forte è la sinergia con start up, istituzioni scientifiche ed accademiche, a partire dal Broad Institute. Infatti, "la chiave di tutto è il lavorare in partnerhip, creando un'unione di forze e competenze. Solo così - conclude Ruttinger - potremo arrivare ad avere una nuova generazione di farmaci innovativi nella cura del cancro".

- TUMORI: GREGIS (BAYER), 'PUNTARE SU PARTNERSHIP STRATEGICHE'

Potenziare le competenze di Ricerca e sviluppo interne combinate con acquisizioni e partnership strategiche con università, start up e centri di ricerca all'avanguardia per arrivare a farmaci di precisione sempre più innovativi per migliorare la vita dei pazienti. E' la linea indicata da Arianna Gregis, Country Division Head Pharmaceuticals di Bayer Italia, in occasione di un media trip per visitare il nuovo Bayer Research and innovation center (Bric) a Cambridge (Boston). "Solo negli ultimi 4 anni - sottolinea Gregis - sono stati siglati oltre 100 accordi con l'obiettivo di creare un sistema innovativo in grado di sfruttare le tecnologie più avanzate, tra cui l'Ia che permette di accelerare le fasi di sviluppo di nuovi farmaci".
    Puntando all'innovazione, ha proseguito, "negli ultimi 5 anni, l'azienda ha raddoppiato il proprio portfolio di trattamenti oncologici in tutte le fasi dello sviluppo clinico, con quasi un terzo delle nuove molecole nella pipeline dedicata alla lotta contro il cancro". In tutte le aree terapeutiche, chiarisce Gregis, "ci concentreremo sulla medicina di precisione, che riteniamo possa rappresentare una grande opportunità per la cura dei pazienti. Ora sappiamo che c'è una grande variabilità tra i pazienti, anche se soffrono dello stesso tipo di cancro. Sempre più spesso, la selezione delle terapie in oncologia può essere adattata al singolo paziente e alle caratteristiche della malattia per migliorare le probabilità di risposta al trattamento". Per questo, "i test molecolari sono una condizione preliminare per determinare l'idoneità di un paziente ai trattamenti di medicina di precisione. L'obiettivo - conclude - è quello di fornire la giusta terapia antitumorale alla persona giusta e al momento giusto, in base alle specifiche caratteristiche del paziente". 
   

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