Rubriche

Ucraina:da Chernihiv a Roma,Vasilii ora in dialisi al Grassi

Morosetti(FIR),10.000 pazienti in dialisi e 3 centri bombardati

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 17 MAR - E' scappato da Chernihiv, attraverso la Polonia, ed è stato accolto presso l'Unità di Nefrologia dell'Ospedale Grassi di Ostia, Vasilii, uomo di 62 anni che soffre di insufficienza renale cronica e arrivato in Italia per curarsi. Il paziente, che da circa 4 anni è in dialisi, era in cura presso l'ospedale della città ucraina a 60 chilometri dal confine russo, di recente pesantemente bombardata. Attraverso un percorso a piedi di 5 chilometri, è stato portato dalla figlia in Polonia. Qui è stato dializzato in urgenza nell'ospedale della capitale, Cracovia, quindi trasportato a Roma, grazie ad alcuni conoscenti.
    "Vasilii è arrivato due giorni fa, è stato trattato adeguatamente ed ora è ricoverato. Le sue condizioni erano peggiorate in seguito alla sospensione della dialisi, ma ora sono in miglioramento. Per lui, dopo inimmaginabili peripezie, il peggio è passato, ma in Ucraina vivono circa 10.000 pazienti in trattamento dialitico cronico. A ciò si aggiunga che alcuni centri dialisi, in particolare a Chernihiv, Cherkasy e Kharkiv, sono stati bombardati", spiega Massimo Morosetti, direttore dell'Uoc Nefrologia del Grassi e presidente della Fondazione Italiana del Rene (FIR).
    Quando i reni non sono più in grado di svolgere le normali funzioni di eliminazione delle scorie e della produzione di ormoni, si parla di insufficienza renale. Se nel corpo si accumulano liquidi, elettroliti e sostanze di rifiuto, in alcuni casi l'esito può essere fatale. Per evitarlo, si interviene con la dialisi, terapia che richiede al paziente di recarsi tre volte in ospedale. Cercare di lasciare il paese, per chi si trova in queste condizioni, è ancora più complicato, perché non si può gestire la malattia lontano dal centro di cura.
    "Immaginate, in una condizione di guerra, con i coprifuoco e rischi connessi agli spostamenti - conclude Morosetti - cosa significhi questo. Molti pazienti hanno avuto grandi difficoltà ad eseguire la dialisi, con conseguenze per la propria salute, anche gravi. Restiamo in contatto costante con i colleghi nefrologi in Ucraina, a cui diamo tutto il nostro supporto e disponibilità". (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it